Fini sulla riforma dell’università: meglio ritirarla, oppure…

Se non si trovano i soldi allora meglio che la riforma Gelmini sia ritirata” perché “i tagli previsti per l’università italiana non sono sopportabili in quanto ci sarebbe un tale sbilancio tra la spesa per il personale e i fondi ordinari per cui sarebbe impossibile pagare gli stipendi e queste non sono opinioni politiche ma matematiche”.

Gianfranco Fini, parlando in Puglia, non ha mancato di lanciare un’esplicita accusa al ministro dell’economia Giulio Tremonti: “quando si è trattato di trovare le risorse per le quote latte che interessavano alla Lega” – ha detto il leader di ‘Futuro e Libertà’, che ormai si muove come un partito autonomo, quasi in una logica da appoggio esterno al governo in carica – “i fondi chissà come mai sono saltati fuori”.

Reduce dalla Puglia, in un altro incontro tenuto questa volta nel Veneto, ad Asolo (Treviso), dove era impegnato in un dibattito con Massimo D’Alema, Fini ha però lanciato a sorpresa una proposta-provocazione per far ‘saltar fuori’ i fondi finora non concessi da Tremonti: una diversa tassazione delle rendite finanziarie, che deve aver fatto sobbalzare sulla sedia l’inquilino di via XX settembre anche per l’entità della misura suggerita: “Alzare dal 12,5 alla media europea, che è del 24-25%, la tassazione per garantire che la riforma Gelmini parta con la benzina nel motore”. Una proposta che potrebbe essere avanzata in Parlamento dal Fli, fa capire Fini. “Vedremo come si comporta il Parlamento”, ha infatti detto il presidente della Camera, aggiungendo che a suo parere “tassare le rendite finanziarie non è né di destra né di sinistra”.