Federalismo scolastico/2: autonomia e responsabilità per i contesti territoriali

Questa operazione è stata continuamente rinviata per cui oggi ci troviamo di fronte a un quadro istituzionale a cui non corrisponde la realtà organizzativa del nostro sistema educativo. Le difficoltà operative hanno indotto l’Amministrazione all’attendismo e alla rinuncia (mancata ratifica senza giustificato motivo del precedente Accordo) mentre era richiesto proprio alla classe politica e dirigente amministrativa di interpretare la crisi del sistema scuola in chiave di opportunità per anticipare quello che poi è avvenuto. Sono problemi che conosciamo – sui quali Tuttoscuola ha “battuto” per anni – ma alle parole non sono mai seguiti i fatti. Se la scuola oggi è in affanno lo si deve anche a questo.

L’approvazione dell’Accordo nella sede della Conferenza Unificata produrrebbe una serie di conseguenze, prima fra tutte la definizione di un quadro di contesto generale all’interno del quale si potrebbe iniziare a sperimentare effettivamente un modello di decentramento che più si “attaglia” alle esigenze dei vari contesti territoriali.

L’Accordo infatti ha l’obiettivo di convenire in linea generale il quadro delle competenze legislative di Stato (norme generali, principi fondamentali e livelli essenziali delle prestazioni) e Regioni (istruzione e istruzione e formazione professionale), il conseguente trasferimento delle funzioni amministrative verso le Regioni e gli enti locali e il parallelo trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie a regioni e comuni per poter assolvere le funzioni trasferite.

In questa prospettiva dovrebbe prendere corpo un nuovo disegno di governance che permetta alla scuola e alle istituzioni di favorire la crescita di un rinnovato modello partecipativo, di imprimere un senso allo sviluppo di nuove politiche sull’istruzione, di creare opportunità di aggiornamento in servizio del personale docente, questione centrale per la quale colpevolmente si fa veramente poco.