Federalismo fiscale/2: le possibili ricadute sul sistema istruzione

Sono sostanziosi i riflessi del federalismo sull’impianto organizzativo del sistema educativo di istruzione e di formazione.

Il Titolo V per il settore istruzione ha aperto uno scenario assai diverso da quello delineato dal decreto legislativo n. 112 del 1998 perché ha posto non solo la questione delle ulteriori competenze attribuibili al sistema territoriale nel suo complesso, ma anche la definizione della sfera di autonomia costituzionale riservata alle autonomie scolastiche.

Definire un’intesa fra Stato e Regione circa le finalità, i tempi e le modalità di attuazione del Titolo V permette di fare chiarezza sui poteri e gli strumenti riconosciuti a ciascuno dei soggetti istituzionali.

La verifica del rapporto tra nuova competenza e relativo finanziamento consente di misurarne l’adeguatezza rispetto all’allocazione della responsabilità nei diversi livelli istituzionali e la congruità complessiva delle risorse finanziarie.

La ricerca della soluzione dei problemi connessi all’attuazione del Titolo V per il settore scuola nella sede politica istituzionale, nella quale essi possono trovare più appaganti modalità di composizione, favorisce, tra l’altro, un calo del contenzioso Stato-Regioni di fronte alla Corte Costituzionale.

In questa prospettiva si colloca la proposta di accordo quadro tra lo Stato e le Regioni, definita dalla IX Commissione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, nella quale si sottolinea che la gestione del servizio scolastico è attribuita alle istituzioni scolastiche autonome, mentre l’organizzazione sul territorio è realizzata dagli enti locali sulla base di leggi regionali definite nel quadro dei principi fondamentali indicati dallo Stato.

Una bella scommessa per la scuola ed il Paese …