Federalismo fiscale e Accordo Quadro per l’istruzione

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 30 giugno la relazione alle Camere sul federalismo fiscale, che definisce il quadro generale di finanziamento, l’ipotesi di definizione su base quantitativa dei rapporti finanziari e l’indicazione delle possibili distribuzioni delle risorse tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome e gli enti territoriali. Essa non costituisce di per sé un pericolo per il sistema educativo.

Il Governo con la relazione pigia l’acceleratore sui tempi di definizione dei provvedimenti legislativi concernenti i tributi, le compartecipazioni e le perequazioni finalizzati a garantire il finanziamento delle funzioni relative ai livelli essenziali e di quelle non riconducibili ai livelli essenziali.

Il ministro dell’economia Tremonti ha fornito indicazioni metodologiche di  definizione dei cosiddetti costi standard ovvero quanto si dovrà spendere per garantire l’esercizio delle funzioni e dei compiti che la Costituzione e le leggi attribuiscono allo Stato, alle Regioni, alle Province autonome  ed agli enti locali.

Desta perplessità e preoccupazione invece il prolungarsi del silenzio dei responsabili dell’Amministrazione Centrale circa la concreta definizione formale in Conferenza Unificata dell’Accordo Quadro di attuazione del Titolo V per il settore istruzione, di fronte ad un cambiamento così radicale – passaggio dalla spesa storica al costo standard, calcolati in base a quanto effettivamente necessario per garantire la prestazione del servizio – che segna  in primo luogo una forte discontinuità nell’articolazione delle competenze tra i diversi livelli di governo istituzionale del paese, nelle forme e nelle modalità di governo amministrativo del sistema educativo.

E’ vero che le domande non cambiano gli atteggiamenti e le scelte, ma le esigenze giuste bisogna  continuare a rappresentarle.