Fedeli: nessun cambiamento senza coinvolgere chi deve attuare le riforme

Grazie anche al fatto che i riflettori dei media si sono spostati sugli obiettivi politici più importanti di Roma e di Milano, la bufera che nei giorni scorsi si è scatenata sulla testa del neo ministro dell’istruzione, sen. Valeria Fedeli, per quel pasticcio del titolo di studio, si va forse placando.

Per cancellare il più presto possibile quella prima impressione negativa, la Fedeli farà bene ad uscire subito allo scoperto con dichiarazioni che mettano in evidenza idee chiare e di pronta attuazione, senza fumosità politiche, e con obiettivi di qualità possibilmente di ampia condivisione.

L’ampia condivisione è un obiettivo politico che è mancato nella fase di prima applicazione della Buona Scuola e che la Fedeli dovrà cercare di recuperare, anche per salvarne diversi aspetti un po’ compromessi nella prima fase applicativa.

La costruzione di progetti condivisi che evitino contrapposizioni sembra proprio la sua linea di lavoro, come ha chiaramente dimostrato all’inaugurazione del Campus “Giubileo” della Lumsa, primo impegno pubblico da titolare del dicastero.

Dopo aver parlato degli obiettivi metodologici del suo mandato (innovare, coinvolgere senza escludere, procedere senza dividere, ascoltare, dialogare senza urlare e costruire una società che includa e rispetti il pluralismo) la Fedeli ha dichiarato: “Abbiamo molto bisogno, in questo tempo così frantumato e individuale, di condividere gli obiettivi a cui ciascuno porta la sua competenza per un progetto condiviso“.

Un messaggio un po’ ecumenico, accompagnato da una riflessione realistica e di apertura: “Se non coinvolgi i soggetti interessati, difficilmente sono praticabili l’innovazione e il cambiamento”. Musica nuova per le orecchie dei critici della Buona Scuola.

Un altro passaggio della Fedeli (“il mio mandato pensando a giovani e famiglie”) fa intendere, forse, che per lei, sindacalista di razza, prima degli insegnanti vengono gli alunni e le famiglie, veri soggetti centrali della scuola. Sarà così?