Ecco cosa avevano promesso i leader politici
La questione dei diplomati magistrali, che a sua volta è un capitolo dell’intricatissimo e pluridecennale problema del precariato nella scuola, è una patata bollente di difficilissima risoluzione. Molti governi si sono avvicendati senza riuscire a sbrogliare la matassa.
Qualsiasi valutazione sulle soluzioni proposte dalla maggioranza giallo-verde deve partire da qui. Proprio per questo però sembravano da “prendere con le molle” alcune dichiarazioni preelettorali.
Ne passiamo in rassegna alcune.
Salvini
Prima delle elezioni il leader della Lega Matteo Salvini aveva detto: “Non permetteremo che la vita lavorativa di oltre 50 mila insegnanti precari venga spezzata da una sentenza ingiusta. (…) Da papà, prima che da politico, io sto con le maestre azzerate da Renzi e dal Pd. Alla faccia della ‘buona scuola’”.
E poi: “Perché bisognerebbe mandarle a casa, per colpa di una sentenza venuta male e dell’ignavia di un governo (Gentiloni, ndr) che non ha mosso un dito? Assolutamente no. Non deluderò, ce la metto tutta, perché questa faccia – bella o brutta che sia – vuole andare in giro a testa alta. Non vedo l’ora di essere messo alla prova per dimostrare che quello di cui stiamo parlando da anni si può fare”.
https://www.youtube.com/watch?v=LuqvaxOeMiE
Ancora più diretto il leader della Lega, oggi vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni, era stato nel dicembre scorso in un post su Facebook: “In Italia le regole certe non esistono. Dopo il cambio in corsa sulle pensioni fatto dalla Fornero oggi tocca alla Scuola. A rischio il futuro di più di 50 mila maestre precarie che una sentenza del Consiglio di Stato mette alla porta dopo quasi 20 anni di insegnamento. Non hanno la laurea? Quando hanno cominciato il loro calvario nella girandola delle graduatorie non era obbligatoria. Bastava il diploma Magistrale. È colpa loro se dopo 20 anni non sono riuscite a passare di ruolo? Oggi dovrebbero tornare a studiare per poi ripresentarsi? Noi non permetteremo che la vita lavorativa di oltre 50 mila insegnanti precari venga spezzata da una sentenza ingiusta”.
Di Maio
Diceva l’attuale ministro del lavoro e dello sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio in una intervista a gennaio 2018, in piena campagna elettorale, al sito Tecnicadellascuola.it, ripresa sul sito il blogdellestelle.it:
“Voglio esprimere la mia vicinanza alle maestre diplomate magistrale che in questi giorni stanno vivendo l’angoscia di un possibile licenziamento di massa. Per noi, chi ha dedicato decenni della propria vita alla scuola non può essere sbattuto fuori con un “grazie e arrivederci”. La politica deve prendersi carico di questa questione, con i dovuti distinguo: le nostre non sono promesse elettorali, stiamo studiando una soluzione equa e realizzabile per le diplomate con servizio, senza per questo dimenticare i più giovani e i laureati in Scienze della Formazione”.
Fedeli
In un’intervista a Tuttoscuola a settembre 2017 (prima dunque della sentenza del Consiglio di Stato a sezioni riunite), aveva dichiarato: “Vogliamo che in cattedra si vada preparati. Vogliamo la conferma e la certezza di questa preparazione. Per infanzia e primaria, nel rispetto delle sentenze che si sono avute fino ad oggi e che vanno naturalmente attuate, in attesa della decisione definitiva del Consiglio di Stato, penso che dobbiamo offrire la stessa garanzia alle alunne e agli alunni, alle famiglie. Le Gae naturalmente rappresentano uno dei due bacini di assunzione. L’altro è il concorso. Ma se prevediamo che chi entra per concorso abbia un certo di tipo di caratteristiche e di preparazione, non possiamo pensare che dal canale parallelo possano essere assunti docenti che sono fuori dalle aule da troppo tempo senza garantire che la loro preparazione e la loro capacità di stare in cattedra possano essere ulteriormente verificate. Su questo dovremo riflettere molto attentamente nei prossimi mesi per trovare le giuste soluzioni che tutelino i diritti di chi lavora, rispettino le sentenze, ma garantiscano la qualità del sistema. Lo ripeto: mettendo al centro le esigenze di chi a scuola ci va per apprendere. La scuola è per loro”.
Beppe Grillo
“Non disperate, abbiamo delle buone persone”. Lo ha affermato al termine di una festa M5S a Giugno 2018 avvicinandosi a un gruppo di maestre che lo chiamavano da lontano e che gli hanno espresso le loro aspettative.
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