Due anni fa il programma del ministro alla Camera. A che punto siamo?

Il 18 luglio di due anni fa il ministro Moratti presentava alla Camera il suo programma di lavoro tra le aspettative del mondo della scuola e i malumori dell’opposizione ulivista a cui aveva bloccato di colpo l’impianto riformatore pronto al decollo.
Dopo due anni di lavoro, cosa è stato fatto e cosa resta da fare?
Riepiloghiamo i punti principali del programma, che aveva tracciato la “missione per la scuola italiana”, individuando gli obiettivi in tre aree di intervento: il sistema, i cicli, gli insegnanti.
Per la prima area, dopo aver confermato gli stessi obiettivi dei precedenti ministri ulivisti per l’organizzazione del sistema sui livelli nazionale, regionale e d’istituto, il ruolo di indirizzo e di governo del centro, e l’istituzione del servizio nazionale di valutazione, aveva previsto: la semplificazione e burocratizzazione delle disposizioni interne alla struttura scolastica, la parità di condizione educativa delle famiglie, la costituzione, al più presto, di nuovi organi collegiali della scuola autonoma, la revisione degli organi collegiali territoriali (nazionale, provinciali, distrettuali).
Obiettivi, come si può rilevare, che non sono ancora stati realizzati.
Nell’area dei cicli aveva delineato l’impianto di riforma dei cicli scolastici, affidando l’elaborazione dei nuovi contenuti al gruppo di lavoro presieduto dal prof. Bertagna. Il progetto (il più impegnativo) è stato tradotto nella legge 53/2003 e attende ora l’attuazione.
Per la terza area, il personale, il ministro aveva delineato questi obiettivi: la definizione tempestiva di un’area separata contrattuale per i docenti, la definizione di un loro nuovo stato giuridico, la realizzazione di codici deontologici, il bando tempestivo, dopo ormai 12 anni, del primo concorso per dirigenti scolastici, il completamento del quadro normativo della dirigenza scolastica, la valorizzazione della funzione del personale Ata.
Se si esclude la parziale realizzazione del reclutamento dei dirigenti con il concorso riservato per i presidi incaricati, le cui procedure di reclutamento non si concluderanno come annunciato entro il mese di agosto 2003, tutto resta ancora da fare.
Sarà centrato il bersaglio della “missione” prima della fine del mandato?