Dispersione scolastica, Fiorin: ‘L’inclusione non è a scapito della qualità’

Al convegno del 2 ottobre su “La scuola colabrodo” in cui sono stati discussi i dati del dossier di Tuttoscuola sulla dispersione scolastica, è intervenuto anche il professore Italo Fiorin, coordinatore del Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni Nazionali, e Direttore della Scuola di Alta Formazione EIS (Educare all’Incontro e alla Solidarietà). Il professore, che ha preso la parola per ultimo, ha espresso apprezzamento per la qualità del confronto tra i diversi partiti, di maggioranza e di opposizione, svoltosi in modo civile e argomentato, e ne ha auspicato un ritorno di interesse per la politica scolastica, praticamente ignorata nell’ultima campagna elettorale.

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Riprendendo l’osservazione di Marco Damilano sul carattere della scuola di ponte tra il passato e il futuro, Fiorin ha ricordato l’attualità del pensiero di don Lorenzo Milani e della sua denuncia della funzionalità della scuola tradizionale alla riproduzione della stratificazione sociale. In quel modello di scuola, di ispirazione gentiliana, la selezione era naturale, essendo la prosecuzione degli studi riservata a una ristretta minoranza. La dispersione è stata la conseguenza della conservazione di quel modello anche dopo l’avvento della scuola di massa. Ma una scuola democratica di massa esige un profondo cambiamento della funzione degli insegnanti in direzione non più della selezione ma dello sviluppo delle potenzialità di tutti gli studenti.

Forse era proprio questo il “sogno di Berlinguer”: quello di fare dell’autonomia il centro di questo cambiamento, ma il problema è rimasto aperto. La sfida del nostro tempo è quella di conciliare accoglienza e competenza, riprendendo l’insegnamento di Maria Montessori: l’inclusione non va a scapito della qualità e della competenza. “Anzi”, ha concluso Fiorin, “si deve fare dell’accoglienza l’occasione per essere più competenti”.