Dispersione implicita: cartellino giallo per i decisori politici
Dispersione implicita/2
I sostenitori storici della valutazione di sistema (due nomi per tutti: Mauro Laeng e Aldo Visalberghi) la concepirono soprattutto come uno strumento di supporto alla decisione politica: una base informativa che consentisse ai decisori politici (Parlamento e ministri) di intervenire con opportune azioni volte a modificare il quadro di squilibri e profonde disuguaglianze che l’adozione di un efficace modello di valutazione di sistema avrebbe rivelato in tutta la sua gravità.
Proprio in questa direzione sembra muoversi l’editoriale di Roberto Ricci, responsabile delle prove Invalsi, quando a proposito della dispersione implicita (che aggiunge un ulteriore 7,1% al 14,5% di quella esplicita penalizzando soprattutto il Sud) ricorda ai politici che “gli elementi che contribuiscono alla dispersione scolastica complessiva cominciano a manifestarsi già nel ciclo primario, anche se sfuggono alle statistiche ufficiali” e che il raggiungimento di livelli di preparazione inadeguati a quel livello, rivelato dall’esito delle prove nazionali Invalsi, “rappresenta una delle cause più importanti delle dispersione scolastica”.
Insomma i dati forniti dall’Invalsi sui livelli di preparazione reali degli alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado, assai contrastanti con quelli formali attestati dalle promozioni in massa, sono fortemente predittivi di quanto accadrà in seguito, quando il fenomeno della dispersione esplicita e implicita si manifesterà in tutta la sua rilevanza. “Già al termine della scuola media la quota di allievi in grossa difficoltà è tutt’altro che trascurabile e tale dato sfugge quasi totalmente alle statistiche ufficiali tradizionali”. Sulla base delle informazioni fornite dall’Invalsi sarebbe perciò opportuno che i decisori politici intervenissero in via preventiva e il prima possibile, “proprio nei momenti in cui l’intervento può avere una maggiore probabilità di successo”.
Se non lo fanno, questo sembra far intendere Ricci tra le righe, si assumono la responsabilità della loro non-decisione e delle relative conseguenze in termini di invarianza del fenomeno della dispersione nel suo complesso, esplicita e implicita. Ora i dati li conoscono. Non possono dire di non essere stati avvertiti.
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