Diplomifici: per quale ragione è scomparso il limite minimo di alunni per classe?

Né il Palazzo né le associazioni degli istituti paritari hanno commentato i dubbi che un paio di settimane fa Tuttoscuola ha avanzato sull’assenza nel disegno di legge presentato dal Governo per il contrasto ai “diplomifici” di talune misure che erano state annunciate dal MIM in comunicati ufficiali nel dicembre scorso, quando era stato annunciato l’impianto del ddl. Nel passaggio da Viale Trastevere a Palazzo Chigi alcune importanti misure sono sparite. Ci sarà un motivo, e sarebbe interessante conoscerlo.

In particolare, nel comunicato ministeriale del 6.12.2023 si prevedeva “l’individuazione del numero minimo di studenti per la costituzione delle classi dei vari anni di corso”. 

Nella bozza del ddl che circolava prima della decisione finale del Cdm si leggeva ancora: All’articolo 1 della legge 10 marzo 2000, n. 62 (legge sulla parità), sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 4, dopo la lettera h), è aggiunta la seguente: «h-bis) numero di alunni o studenti non inferiore a otto per ciascuna classe, ad esclusione della scuola dell’infanzia

Nel testo finale varato dal CdM, come Tuttoscuola ha subito evidenziato, l’argomento del numero di alunni per classe è inspiegabilmente scomparso. Come mai? Ripercorriamo le vicende in merito.

Poiché la legge 62/2000 sulla parità non aveva previsto nulla sul numero di alunni per classe, il Ministero dell’istruzione negli anni successivi aveva riempito quel vuoto fissando a 8 il limite minimo di alunni per classe.

Un ricorso al TAR aveva, però, ottenuto la cancellazione di quel limite, per violazione di legge e per eccesso di delega, cosicché dal 2011 (tredici anni fa!) non è stato più previsto alcun limite, senza che nessuno cercasse di regolare la materia, consentendo, in tal modo, il funzionamento delle classi anche con numero ridottissimo di alunni.

Tuttoscuola ha approfondito le situazioni delle classi intermedie degli istituti paritari della secondaria di II grado sul Portale dati del Miur, e ha riscontrato che dal 2015-16 al 2022-23 si sono formate complessivamente 18.891 classi, pari al 39% di tutte le classi intermedie, funzionanti con meno di otto alunni. Un’anomalia. E addirittura ben 600 classi, durante quel periodo, hanno funzionato (si fa per dire) con un solo alunno. I gestori possono fornire una spiegazione circa l’avvenuta formazione di queste classi “mono-alunno”? Quali relazioni educative e sociali sono state sviluppate? Come ha operato il consiglio di classe? Si tratta di una forma di “homeschooling” mascherato?

Premesso che la questione non ha, comunque, una diretta attinenza con i diplomifici (in altri termini potrebbero aver formato classi con uno o pochissimi alunni anche istituti scolastici che nulla hanno da spartire con quel mondo), per quale ragione gli istituti paritari hanno probabilmente esercitato pressione sul ministro per evitare la fissazione del limite (oppure questi ha avuto un ripensamento in merito per non alienarsi le simpatie di quel mondo)?

Diciamo subito: non per ottenere il finanziamento statale, in quanto il contributo per le paritarie è consentito per classi con almeno otto alunni.

Per cosa, dunque? Probabilmente per la sopravvivenza degli istituti!

Infatti, se quelle 18.891 classi intermedie di secondaria di II grado, e come esse anche altre migliaia di classi di primaria e di secondaria di I grado, anziché funzionare con pochissimi alunni, fossero state obbligate a rispettare il limite minimo di otto alunni, non avrebbero funzionato e molti istituti sarebbero stati costretti a chiudere o a rinunciare al riconoscimento della parità. Si sarebbero aggiunti alle 1.445 scuole paritarie (-17%) che hanno chiuso i battenti nell’ultimo decennio.

Ecco, dunque, la probabile ragione della mancata fissazione del limite minimo di otto alunni per classe.

Il punto è che in questa questione, sulla quale incide molto il calo demografico, si vanno a nascondere anche gli interessi dei sospetti diplomifici, che tengono aperte artificialmente classi intermedie per poi avere un’esplosione di iscritti al quinto anno.

Per approfondimenti:

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