Dietrofront confederale sul tempo pieno

Il primo a sorprendersi della risposta del segretario generale della Uil, Angeletti, è stato certamente il conduttore di "Porta a porta", Bruno Vespa, che sulla questione del tempo pieno, cavallo di battaglia della contestazione di piazza contro la riforma Moratti, pensava di vivacizzare la trasmissione di giovedì sera.
"Cosa avete da chiedere sul tempo pieno?" domanda Vespa con seguito di suspence; poi arriva la serafica e inattesa risposta del segretario confederale: "Il servizio di tempo pieno viene garantito dalla riforma". Il conduttore televisivo non crede alle proprie orecchie: "Ma allora vi siete sbagliati? C’è stato un equivoco?". "Sì, ci va bene così. Il tempo pieno attuale viene confermato".
Ma allora, ci chiediamo noi, perché tanta mobilitazione di genitori e di insegnanti, proprio su iniziativa sindacale per la difesa del tempo pieno?
Nella manifestazione di fine novembre e in quella di fine febbraio il sindacato confederale è stato promotore principale, e, addirittura, ha visto l’intervento conclusivo del segretario nazionale della Uil-scuola che ha confermato, anche sul tempo pieno, tutta la contrarietà del fronte sindacale.
Poiché non è pensabile che Angeletti sia uno sprovveduto, c’è da chiedersi cosa sia successo di nuovo negli ultimi giorni che possa giustificare questa conversione folgorante.
O davvero la Uil ha riconosciuto l’errore di interpretazione commesso sulla questione (il che sembra improbabile per chi ha avuto mesi di tempo per valutare il problema) oppure il sindacato di Angeletti ha deciso un atteggiamento più aperto e disponibile verso il Governo, a cominciare dall’abbandono delle posizioni massimaliste che hanno accompagnato finora il cammino della riforma scolastica. Effetto elezioni?