Lezioni a distanza, Aprea (FI): ‘Caro Turi, una risata vi seppellirà’

A Mezzolombardo la preside della scuola “Martino Martini”, Tiziana Rossi, ha ricevuto una lettera di diffida di uno studio legale per conto di un sindacato. L’accusa sarebbe quella di aver attivato la scorsa settimana la didattica a distanza gli studenti senza avere consultato gli organi collegiali. Sulla questione Tuttoscuola ha intervistato Pino Turi (Uil Scuola) che ha espresso le sue perplessità sulle modalità di organizzazione delle lezioni a distanza e Antonelli Giannelli (ANP) che invece si è espresso a favore di una più rapida digitalizzazione della scuola.

Abbiamo chiesto un parere alll’onorevole Valentina Aprea, capogruppo di Forza Italia in commissione cultura, chiamata direttamente in causa dal Segretario generale della Uil Scuola.

Onorevole Aprea, lei si è da tempo dichiarata favorevole alla più ampia utilizzazione delle nuove tecnologie nella scuola italiana, anche di quelle online alle quali stanno ricorrendo alcune scuole dove le attività didattiche tradizionali sono sospese per prevenire la diffusione dell’epidemia di coronavirus. Ma il segretario della UIL scuola, da noi intervistato, ha contestato queste iniziative perché non sono state contrattate con i sindacati, e la chiama direttamente in causa insieme alla ministra Azzolina. Che cosa si sente di rispondergli?
“Una risata vi seppellirà”, è il primo commento che mi sento di fare a questa surreale presa di posizione da parte di un sindacato, la UIL che ho conosciuto nel tempo come sindacato riformista e aperto alle innovazioni. Evidentemente mi sbagliavo, oppure chi oggi rappresenta quel sindacato ha deciso di caratterizzarsi più per posizioni conservatrici che innovative! In ogni caso, criticare o bloccare un modo diverso di fare lezione in una situazione d’emergenza è, quanto meno, inopportuno se non da condannare, specie se questo comportamento viene preso nel 2020, era digitale! Poter raggiungere gli studenti via Web, garantendo la continuità didattica in un momento così difficile delle nostre comunità avrebbe dovuto essere la preoccupazione di tutti i dirigenti, di tutti i docenti e di tutti, ma proprio tutti, i sindacati!”

 

Nella scuola sembrano esserci diffidenze e resistenze verso le nuove tecnologie, forse il sindacato cerca di farsene interprete…
“Può darsi, ma a fronte di comportamenti di chiusura che pure sono presenti nelle scuole, e che denotano scarsa fiducia nelle tecnologie, abbiamo assistito e stiamo assistendo in questi giorni ad esperienze bellissime di lezioni a distanza, che ci stanno dando la misura dell’enorme potenzialità della didattica digitale in tutti gli ordini di scuola, ma anche delle eccellenze che abbiamo nelle nostre scuole. E se nelle scuole del primo ciclo si sono distinti i docenti digitali, nel secondo ciclo in molti casi sono stati gli studenti che si sono improvvisati “tutorial” ed hanno organizzato le classi virtuali dando la possibilità ai loro docenti di fare lezione! Insomma, una scuola del terzo millennio popolata da centennials vive e pulsa sul territorio nazionale… e anche nelle zone colpite dal “coronavirus””.

 

Tutto bene, allora?
“Non direi! Infatti, più che derogare per cause di forza maggiore ai 200 giorni di lezione nelle zone indicate dal Decreto sulle misure urgenti legate allo stato d’emergenza, mi sarei aspettata il riconoscimento legale delle lezioni a distanza per il raggiungimento del numero dei giorni di lezione ed il recupero dei giorni di chiusura oltre il calendario ufficiale per tutte le altre scuole. Detto questo, ora non dobbiamo più fermarci! Il Ministero deve prevedere un massiccio Piano di formazione dei docenti per superare il digital divide e fornire i supporti tecnologici e le infrastrutture necessarie – a partire dalla Banda Ultra Larga – per introdurre lezioni di futuro nei nostri percorsi di studio”.

 

Ma la scuola è pronta per questa rivoluzione? Lei ha scritto anche un volume su questo tema, intitolato “La scuola dei centennials”…
“I nostri ragazzi sono già pronti! Ora tocca ai docenti! La cultura degli alibi ha ormai le ore contate. Il coronavirus ce lo sta insegnando, ma domani potrebbe essere qualcos’altro. Insomma, più semplicemente, dobbiamo far ricorso alle tecnologie per prepararci al domani… I centennials hanno diritto di andare a scuola di futuro, è questo il nuovo diritto allo studio, se ne facciano una ragione tutti, anche Turi”.