Di Menna (Uil Scuola): fare come in Europa

La difficile situazione economica e le preoccupazioni degli italiani richiedono un governo che sia in grado di governare. L’incertezza politica sta creando molti danni. Il Parlamento è chiamato a dare risposte nella prospettiva di un Governo stabile”, come a più riprese auspicato dal presidente della Repubblica.

E le cose da fare – ha spiegato Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, nel corso del convegno che si è svolto a Roma – sono quelle che ci ha indicato l’Europa. “Nella legge di stabilità, che comunque dovrà essere approvata, ci sono aspetti che devono trovare una collocazione. Pensiamo a scelte che puntino a innalzare il rapporto tra spesa per istruzione e Pil (in italia è al 4,7% in Europa la media è del 5,4%) che riproporzionino la spesa per istruzione rispetto alla spesa pubblica totale (in Italia si spende il 9,1%, in Europa il 10,8%)”.

Va accettata e resa concreta la sfida europea per la qualità dell’istruzione: “vanno spostate risorse da sprechi e privilegi a favore della scuola pubblica. Le retribuzioni italiane sono più basse della media europea. Il nostro spread delle retribuzioni, nella scuola, parte dai 4 mila euro di inizio carriera per arrivare ai 10 mila di fine carriera”, ed è il contratto – ha insistito Di Menna – la via per nuove politiche retributive che diano valore alle professionalità della scuola.  “E’ inaccettabile la doppia penalizzazione: solo per la scuola si è scelto di bloccare il contratto e gli scatti di anzianità, un prelievo di 300 milioni di euro”.

Dobbiamo fare – ha concluso Di Menna – come in tutta Europa, dove ad eccezione della Svezia, la progressione economica tiene conto dell’anzianità di servizio. Infine l’annuncio che “il prossimo 28 ottobre, con gli altri sindacati, decideremo le iniziative da intraprendere”.