Devolution/2. Destabilizza o no scuola?

Secondo il segretario generale della Cisl scuola Francesco Scrima, “l’esito immediato di questa ‘rivoluzione’ è l’apparizione di uno scenario destabilizzante per la scuola italiana“.
E Scrima spiega perché: “Il passaggio alle Regioni della competenza legislativa esclusiva in materia di organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, e di definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico regionale, infatti, sarà destinato ad aggravare la già pesante situazione in cui vive la scuola a seguito della legge di riforma, la 53/2003, con i suoi decreti attuativi, da ultimo quello sul secondo ciclo“.
La Cisl Scuola – da sempre contraria ad un modello di federalismo non basato sui grandi valori della solidarietà e della sussidiarietà – intravede in questa pessima riforma costituzionale un serio pericolo per la scuola del nostro Paese, minacciata nella sua unità culturale e nella sua identità nazionale da una deriva localista e soggetta a mutamenti tali da comportare forti differenze e discriminazioni tra scuole di diversi territori, con un danno irreparabile soprattutto per la scuola del sud Italia“.
Di tutt’altro parere il ministro dell’istruzione Letizia Moratti, secondo la quale “la devolution non avrà alcuna conseguenza sulla riforma della scuola“.
La riforma – ha spiegato il ministro – rientra tra le norme generali che restano di competenza dello Stato e non subirà alcun mutamento. Le norme generali sono e resteranno di competenza dello Stato. La riforma è incentrata sulle norme generali e sui livelli essenziali per l’istruzione e la formazione professionale, ed è stata pensata sia in funzione della devolution che della riforma già varata dal governo precedente“.