Devolution: dalle Regioni un’ipotesi bipartisan

Rilanciare il modello del “sistema integrato”: con questo obiettivo le Regioni stanno lavorando a una proposta bipartisan, partendo dall’assunto (condiviso anche da Silvio Fortuna per Confindustria) che “la scuola non è proprietà né dello Stato né delle Regioni”.

Entro la settimana gli assessori regionali all’istruzione e alla formazione dovrebbero incontrare il ministro Moratti per valutare questo progetto. L’idea sarebbe quella di inserire nel primo biennio dei percorsi liceali significative attività di orientamento professionale per consentire ai giovani di rinviare di due anni la scelta definitiva degli studi successivi (proposta che soddisfa le Regioni di centro-sinistra), e di estendere la sperimentazione, già avviata in alcune Regioni, di corsi triennali di formazione professionale utili ai fini dell’assolvimento dell’obbligo formativo a 18 anni. O anche a 17, come dispone la riforma Moratti, col conseguimento di una qualifica professionale riconosciuta a livello nazionale: qualcosa di simile al diploma di qualifica degli Istituti professionali di Stato (proposta che viene incontro alle richieste del centro-destra).

La chiave di volta dell’intesa bipartisan tra le Regioni sarebbe costituita dalla richiesta, condivisa da tutte, di poter attivare, a livello regionale, scelte integrative di quelle nazionali. Per fare questo, però, occorre che le “norme generali” e i “livelli essenziali di prestazione” siano definiti con un certo margine di flessibilità.