Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Ci vuole un nuovo paradigma

Decreto inclusione/3

La necessità di “cambiare paradigma” nel sostegno, passando dalla logica dell’integrazione, ad una logica dell’inclusione, è stata evidenziata da Tuttoscuola già in uno speciale della rivista mensile del febbraio 2016. Nel dossier Italo Fiorin pone l’accento sul fatto che nella scuola italiana continua a prevalere un’attenzione quasi esclusiva verso agli alunni con disabilità certificata, non prendendo in considerazione la complessità dall’ottica inclusiva. “Il paradigma dell’integrazione oggi non sembra più adeguato. Nella logica dell’integrazione l’impegno richiesto è troppo focalizzato su ciò che è patologia, su ciò che non funziona, sul deficit che produce disabilità. Siamo ancora all’interno di una visione medicalizzante.

Da tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità invita le istituzioni ad occuparsi in termini mirati non solo degli alunni con disabilità, ma di tutti gli alunni che si trovano, per una serie svariata e differenziata di motivi, con delle fragilità che rendono più difficile il loro percorso di apprendimento e di sviluppo personale”.

Pur mantenendo alte l’attenzione, l’accoglienza e la competenza verso le difficoltà degli alunni con disabilità, è dunque necessario, per rispondere alla complessità delle sfide che la scuola quotidianamente pone, avere il coraggio di cambiare paradigma e passare a un livello di accoglienza e inclusione per tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

Fiorin avanza nello speciale una serie di proposte concrete, che possono essere così sintetizzate:

  1. Abolire gli effetti scolastici della certificazione delle disabilità;
  2. Consolidare l’organico degli insegnanti di sostegno utilizzando come unità di misura il rapporto ormai stabilizzato da più di un decennio che è di 1/2 (un insegnante di sostegno ogni due alunni con certificazione),
  3. Trasformare il profilo dell’insegnante, da specializzato nel sostegno a insegnante specializzato in inclusione, con competenze riferite a tutti gli alunni che presentano situazioni di bisogno particolare.
  4. Istituire e formare in maniera adeguata (master dopo l’abilitazione) un contingente limitato di insegnanti specializzati nelle disabilità importanti (ad esempio, il 20% dell’organico previsto per l’inclusione).
  5. Assicurare una adeguata formazione iniziale e in servizio in materia di inclusione a tutti i docenti e prevedere una formazione sistematica e dedicata per i dirigenti scolastici;
  6. Trasformare gli attuali centri territoriali (CTS) in centri per l’inclusione, attribuendo le competenze necessarie e affidando loro compiti di supporto, consulenza, monitoraggio e coordinamento in tema di inclusione.

Il cardine della proposta consiste non nell’abolizione dell’insegnante specializzato nel sostegno, ma nell’ampliamento delle sue competenze così che possa essere considerato risorsa per tutti gli alunni, in una logica di corresponsabilità con gli insegnanti di classe e di co-teaching. L’abolizione degli effetti scolastici della certificazione sanitaria consentirebbe  di sperimentare nuove modalità di attivazione delle risorse umane e finanziarie.

I numeri del mensile “Tuttoscuola” sono consultabili in versione digitale su tuttoscuola.com, clicca qui

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