Dai concorsi scuola fino alla mobilità, passando per la didattica a distanza: è scontro tra Ministero e sindacati
L’ordinanza sulla mobilità del personale della scuola è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: dai concorsi alle abilitazioni, dalle indicazioni per la didattica a distanza fino all’ordinanza sui trasferimenti sono molte le materie del contenzioso tra Lucia Azzolina e Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, i cinque sindacati della scuola che da tempo procedono unitariamente.
Con i precedenti ministri Bussetti e Fioramonti erano stati raggiunti accordi rimasti sulla carta per la fine del governo Conte prima e per le dimissioni di Fioramonti poi. Anche Azzolina, appena nominata Ministro, aveva annunciato la volontà di fare i concorsi per la scuola ma le posizioni di viale Trastevere e quelle dei sindacati erano subito apparse distanti, in particolare per quanto riguarda il concorso straordinario per 24 mila posti, riservato agli insegnanti precari da almeno tre anni, per i quali i sindacati oggi, sopravvenuta l’emergenza Covid, tornano a chiedere abilitazioni e assunzioni per soli titoli.
Sulla didattica a distanza i sindacati hanno chiesto addirittura il ritiro della nota ministeriale, emanata senza il loro coinvolgimento. E ora contestano l’ordinanza sulla mobilità per lo stesso motivo e anche perché a loro avviso le date per la presentazione delle domande (entro il 1 luglio si concluderà il percorso) sono incompatibili con le limitazioni imposte dall’emergenza Covid.
“Rinunciare all’apertura dei termini per la presentazione delle domande – è la replica del Ministero – avrebbe significato il blocco totale della mobilità”. Si tratta di “atti ostili”, insistono i sindacati, “il governo approfitta del momento di emergenza per decidere in modo unilaterale su materie di negoziazione sindacale. C’è una gestione autoreferenziale della scuola che crediamo debba cambiare”.
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