CTS: misure flessibili in aula per il distanziamento. Patata bollente per i presidi

Il Rapporto INVALSI 2021, mettendo a nudo gli effetti negativi della DAD sui livelli di competenza degli alunni, soprattutto della secondaria, ha implicitamente dato impulso alle azioni da adottare per il rientro a scuola settembre.

Il Comitato Tecnico Scientifico, sollecitato dal ministro Bianchi per fornire indicazioni, ha ritenuto ‘assolutamente necessario’ dare priorità alla didattica in presenza per l’anno scolastico che partirà a settembre non solo per la formazione ma anche per lo sviluppo psicologico dei ragazzi.

Oltre a raccomandare la vaccinazione nella scuola, sia del personale scolastico che degli studenti, ha confermato l’opportunità del distanziamento e l’uso delle mascherine di tipo chirurgico nei luoghi chiusi. Secondo indiscrezioni che emergono dal verbale del CTS in risposta ai quesiti del Ministero dell’Istruzione anticipate dall’agenzia Ansa, gli esperti suggeriscono comportamenti flessibili nel caso in cui gli spazi fisici non consentano il distanziamento previsto.

In questi casi, secondo gli esperti del CTS, basterà accertarsi che tutti gli alunni indossino la mascherina.

Il CTS, secondo quanto riportato nella bozza di parere, autorizzerebbe i capi d’istituto ad essere più elastici nella disposizione dei banchi: distanza e mascherina, se si è seduti al banco, potrebbero essere in alternativa.

Si tratterebbe di un espediente per aggirare il problema del sovraffollamento delle aule, che in moltissimi casi è rimasto irrisolto rispetto allo scorso anno.

La patata bollente passerebbe però nelle mani dei dirigenti scolastici (ancora una volta), cui competerebbe tutta la responsabilità di assicurare le condizioni di sicurezza per gli alunni, in quanto, secondo le norme, considerati datori di lavoro.

Servono indicazioni chiare e univoche, anche per evitare che, di fronte a rischi di denunce, i capi d’istituto mettano in atto soltanto restrizioni, determinando il ricorso “salvifico” alla DAD e si trovino schiacciati dalla pressione contrapposta di genitori “aperturisti” da un lato e genitori preoccupati per la diffusione del virus dall’altro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA