Costo standard? Per ora resta un modello teorico

Costo standard?/1

Invitato dal quotidiano Repubblica ad esprimere il suo punto di vista sulle scuole paritarie il ministro Marco Bussetti ha dato una risposta che ai tempi della Prima Repubblica si sarebbe definita come ‘dorotea’, con riferimento a un metodo, quello della conservazione immobile delle cose, in un contesto di apparente disponibilità all’innovazione. La risposta è stata questa: “La libertà di educazione è un valore, le scuole paritarie svolgono un ruolo complementare importantissimo. Limitare finanziamenti creerebbe nuovi costi e impoverirebbe l’offerta formativa del nostro Paese”.

La prima parte della risposta esprime interesse e disponibilità verso le scuole paritarie. La seconda lascia capire che, almeno per il momento, è comunque meglio lasciare le cose come stanno.

Una risposta obbligata, quella di Bussetti, perché il ‘contratto’ M5S-Lega, l’unico documento programmatico vincolante per i contraenti, ha evitato accuratamente di affrontare la questione del finanziamento delle scuole paritarie, dal momento che su questo tema le posizioni di partenza dei due partner di governo erano contrapposte: favorevole con la formula del costo standard quella della Lega, contraria a un sostegno alla scuola non statale (tranne che per la scuola dell’infanzia) quella del M5S.

Il ministro si è addirittura preoccupato di assicurare che gli sgravi fiscali previsti dalla ‘Buona Scuola’ per le famiglie che scelgono le scuole paritarie di grado diverso da quello dell’infanzia vengano conservati, e non soppressi, insieme alla ‘chiamata diretta’ e alle altre modifiche preannunciate in materia di alternanza, edilizia ecc. Il contratto non ne parla, ma Bussetti ad ogni buon conto si cautela: “limitare finanziamenti (cioè revocare gli sgravi, Ndr) creerebbe nuovi costi” perché molte scuole paritarie sarebbero costrette a chiudere, e questo “impoverirebbe l’offerta formativa del nostro Paese”, scaricando costi ulteriori sulla scuola statale. Questa ci sembra la lettura della dichiarazione rilasciata dal ministro.

È assai probabile, così stando le cose, che anche l’attività del gruppo di lavoro sul costo standard, nominato dall’ex ministra Valeria Fedeli lo scorso 20 dicembre 2017 e coordinato da Luigi Berlinguer, autore della legge n. 62/2000 sulla parità, resti per ora congelata. Ma c’è chi non si rassegna.