Contributi delle famiglie: tutti contro la Gelmini

Lo sfogo del ministro Gelmini, che ha confidato a Repubblica la sua irritazione verso le scuole e i dirigenti scolastici che chiedono contributi alle famiglie, ha suscitato proteste unanimi da parte delle associazioni professionali degli stessi dirigenti e da parte dei sindacati, con alla testa l’ANP, che è il più rappresentativo tra i capi d’istituto.  

In un documento congiunto l’ANDIS e DISAL lamentano che  i dirigenti “anziché ricevere encomi dai ministri che si succedono, da un po’ d’anni sono oggetto di metaforiche bastonate, ultima (e speriamo veramente ultima) in ordine di tempo sotto forma di furente intervista oggi al quotidiano ‘La Repubblica’. E’ vero che il Ministro se la prende, a fine intervista, con gli ‘incapaci’, ma dopo un sostenuto attacco alle scuole piene di soldi ed ad ai dirigenti che mendicano contributi alle famiglie per fare dispetti al Governo”.

Poi il documento entra nel merito, contestando l’affermazione che le scuole dispongano ora di risorse sufficienti: “L’ultima grana in ordine di tempo, che rischia di lasciare a secco tutte le casse scolastiche e vanificare i lievi aumenti dei finanziamenti di quest’anno, è rappresentata dal pagamento delle visite fiscali: le scuole sono obbligate a mandarle e a pagarle, per cui i fondi del funzionamento debbono essere usati anche per il servizio sanitario”.

Le due associazioni  concludono ironicamente: “Il possibile i dirigenti scolastici lo stanno facendo, l’impossibile spesso pure, per i miracoli qualche problema ancora rimane, vista la grande richiesta. e la penuria di santi!

Anche l’ANP osserva polemicamente che “quando il Ministro dice che i fondi per le scuole ci sono e ne indica l’entità , non sarà  male ricordare che 774 milioni di euro sono l’equivalente di 100 euro per alunno: non una cifra stratosferica, soprattutto dopo 4 anni di finanziamenti a zero”.

Secondo il sindacato guidato da Giorgio Rembado, comunque, “i contributi volontari delle famiglie non costituiscono una violazione delle norme in vigore, ma l’applicazione di una previsione legislativa esistente da molti anni (e anche di recente ribadita dalla legge 40 del 2007). Se il Ministro ritiene che si tratti di una pratica da vietare, ha gli strumenti per modificare la legge; ma, fino a quel momento, non si vede come possa essere rimproverato ai dirigenti di farvi ricorso”.

La nota dell’ANP ricorda poi che  “buon dirigente è colui che sa attrarre in massimo grado risorse dal territorio (esplicitamente, anche risorse economiche), non colui che le respinge, a costo di privare i propri studenti di un livello qualificato di servizi”.

E comunque “Ipotizzare un improbabile accordo fra diecimila presidi, di orientamenti diversi, per fare politica antigovernativa è una di quelle semplificazioni comunicative che non giovano a comprendere e che sarebbe meglio evitare”.