Contributi dei genitori? Basta con le ipocrisie, dicono i dirigenti scolastici laziali

I dirigenti scolastici aderenti all’ASAL non ci stanno a passare, agli occhi dell’opinione pubblica, come vessatori disinvolti delle famiglie per incamerare soldi ingiustificatamente.

Se la prendono, innanzitutto, con la circolare ministeriale del 7 marzo scorso che avrebbe usato toni imperiosi e sanzionatori nei confronti delle scuole, reprobe di aver assunto “comportamenti vessatori e poco trasparenti” al fine di acquisire dalle famiglie i famigerati contributi volontari invece di assicurare una “gestione corretta ed efficiente delle risorse pubbliche” e di “far leva sullo spirito di collaborazione e di partecipazione delle famiglie le quali, si è certi, ben comprendono l’importanza di risorse aggiuntive per la qualità dell’offerta”.

Nella nostra limitata ottica di gestori delle istituzioni scolastiche – scrive l’Asal – non sappiamo da quali ispirate fonti il Ministero tragga tale certezza; quello che sappiamo, invece, è quali e quante difficoltà le scuole incontrino per convincere le famiglie della necessità di contribuire economicamente alla fornitura di servizi basilari alla propria utenza per i quali  le risorse pubbliche non pervengono più da anni”.

“E non parliamo di “qualità dell’offerta” o di “miglioramento e ampliamento dell’offerta formativa” – prosegue l’Asal – ma di servizi essenziali: può una scuola non essere dotata di materiali igienici nei bagni? Può una scuola non disporre della possibilità di effettuare fotocopie di materiali didattici per gli alunni? Può un istituto tecnico industriale non disporre di reagenti nel laboratorio di chimica? Può un laboratorio informatico non prevedere un abbonamento per l’accesso ad Internet? Può l’installazione delle LIM nelle aule (tanto cara al MIUR) non prevedere i costi per la sostituzione delle lampade dei videoproiettori?”.

Insiste l’Asal: “E che dire degli arredi scolastici, della manutenzione di edifici scolastici fatiscenti, della sicurezza…? L’elenco delle inadempienze della nostra Amministrazione è davvero impressionante…ma la colpa è delle scuole che vessano le famiglie! E da questo furore moralizzatore non si salva nessuno: né i dirigenti scolastici, che incorrerebbero in una “grave violazione dei propri doveri d’ufficio”, né i Consigli di Istituto, che non avrebbero “alcun potere di imposizione” di tali contributi (ma non erano organi periferici della PA, con esclusiva competenza nella gestione?)”.

L’Asal chiude così: “È ora di smetterla con queste ipocrisie: il Ministero, così sollecito nel fustigare comportamenti magari eccessivi da parte delle scuole si impegni a garantire alle scuole finanziamenti sufficienti per il loro buon funzionamento (quelli attualmente assegnati sono di entità ridicola) oppure dica chiaramente che non è in grado di assicurare elementi essenziali del servizio, che riguardano tutti gli alunni e per i quali, quindi, le famiglie sono chiamate necessariamente a contribuire”.