Concorso DS: un’abbreviazione non facile

Gli 8.736 candidati ammessi alla prova scritta del corso-concorso per il reclutamento di 2.425 dirigenti scolastici hanno probabilmente salutato con soddisfazione l’annuncio del ministro Bussetti di volere annullare la fase del corso, riportando il tutto al tradizionale concorso, composto soltanto da prova scritta e prova orale, integrate dalla valutazione dei titoli, e spostando il momento formativo durante il successivo anno di prova dei vincitori.

Obiettivo: ridurre drasticamente i tempi e nominare i vincitori il 1° settembre 2019, scongiurando il pericolo di un altro anno di reggenze.

Dopo l’annuncio, molti, però, si sono chiesti: come? Quando?

Una drastica modifica di questo tipo non può essere fatta per via amministrativa e richiede, quindi, un provvedimento d’urgenza come poteva essere il DL ‘dignità’, in via di conversione in Parlamento in questi giorni.

Bisognerà attendere almeno settembre per avviare una modifica legislativa che in via transitoria modifichi il regolamento del concorso da cui dovrà uscire la rettifica del bando.

Se questo dovesse essere il passaggio obbligato (integrazione del Regolamento), occorrerà acquisire preventivamente il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione CSPI) e del Consiglio di Stato.

Pareri che dovrebbero essere acquisiti con la massima tempestività, in modo che i correttivi da apportare al bando arrivino prima della conclusione delle prove orali, precedendo, comunque, l’avvio della fase formativa.

Altrimenti l’annuncio del Ministro sarà vanificato dai fatti concreti.