Concorso DS: TAR annulla la prova scritta. La carta da giocare con il Consiglio di Stato

Prime riflessioni a caldo dopo la sentenza del TAR Lazio che ha annullato la prova scritta del concorso DS.

Con la sola eccezione del vizio formale dell’incompatibilità di alcuni commissari, tutta la prova scritta concorso DS è stata salvata dalla sentenza. Prova suppletiva della Sardegna? Ubiquità di taluni commissari? Improprietà dei quesiti? Violazione dell’anonimato? Per il TAR tutto ok. La prova scritta concorso DS è stata sostanzialmente salvata dal TAR e, se non fosse stato per l’ultima doglianza del ricorso, oggi si parlerebbe di salvataggio della prova scritta. Unico e decisivo vulnus che ha portato alla sentenza che ha annullato la prova scritta del concorso DS, dunque, la seduta della plenaria del 25 gennaio 2019 in cui le 38 commissioni esaminatrici hanno definito i criteri di valutazione. In realtà potrebbe esserci una carta che il MIUR potrebbe giocarsi all’appello con il Consiglio di Stato. Le prime riflessioni di Tuttoscuola al riguardo.

Alla seduta della plenaria del 25 gennaio 2019 non avrebbero dovuto partecipare tre commissari che il TAR ha ritenuto in situazione di incompatibilità, in quanto uno ricopriva una carica istituzionale che gli vietava di far parte di commissioni di concorso e le altre due per avere partecipato ad attività di formazione o preparazione di candidati al concorso DS.

Una presenza che, secondo i giudici amministrativi, ha inquinato i criteri di valutazione decisi per la correzione degli scritti.

Ma i criteri di valutazione, la cosiddetta griglia con i criteri di assegnazione dei punteggi per i cinque quesiti aperti e con i relativi descrittori, da chi sono stati definiti?

In data 25 gennaio 2019, a cura del Comitato tecnico-scientifico costituito presso il Ministero, venivano forniti alle Commissioni giudicatrici i modelli di registrazione della valutazione delle prove scritte, tra cui una griglia appositamente dedicata alla attribuzione dei punteggi con individuazione degli indicatori e dei descrittori, e un’ulteriore griglia semplificata su cui registrare i punteggi attribuiti.

Se la plenaria si è limitata a prendere atto e far propri i criteri predisposti dal Comitato tecnico-scientifico, si potrebbe ritenere che la presenza dei tre commissari in situazione di incompatibilità sia stata ininfluente. Non vi sarebbe stata alcuna definizione dei criteri da parte della plenaria.

Potrebbe essere questa una carta da giocare da parte del Miur che sta predisponendo l’appello al Consiglio di Stato.

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