Concorso DS: ecco perché la prova scritta non deve essere annullata. La lettera di un gruppo di nuovi presidi

Siamo un gruppo di futuri Dirigenti Scolastici costituitosi successivamente al superamento dell’ultima prova concorsuale. L’originario scopo di tale iniziativa era quello di garantire a tutti noi una preziosa rete di collaborazione, utile per potere gestire al meglio le nostre future Istituzioni scolastiche. Scopriamo in questi giorni di avere, in qualità di singoli e come gruppo, un’altra primaria finalità: difenderci dalle pretestuose aggressioni dei nostri colleghi che non hanno superato la prova scritta“. Questo l’incipit di una lettera scritta alla redazione di Tuttoscuola da un gruppo di nuovi presidi che ha appena superato la prova orale del concorso DS e che ora vede mettere tutto in discussione dalla sentenza attesa dal Tar per il prossimo 2 luglio e che dirà se il concorso sarà da annullare o meno. La pubblichiamo integralmente di seguito:

Le definiamo pretestuose – continua la lettera – perché non ci appaiono volte al ripristino della giustizia e della legalità, ma alla egoistica tutela di personali, e a nostro avviso inesistenti, interessi. Se i nostri colleghi odierni domandassero il ripristino delle singole posizioni, in presenza di validi motivi, godrebbero certamente del nostro appoggio. Il recente timore di questo gruppo, tuttavia, risiede nel fatto che, stante la nota difficoltà di impugnare aspetti strettamente valutativi, si proceda alla ricerca di qualche presunto vizio formale, allo scopo di mettere in discussione l’intera procedura concorsuale“.

Il “Caso Sardegna“, ossia la principale delle motivazioni a sostegno della richiesta di annullamento, ai nostri increduli occhi rappresenta proprio questo: un pretesto, tendenzialmente anche un po’ azzardato e puerile. Non riusciamo, infatti, proprio a capacitarci di come 224 prove svolte 55 giorni dopo la nostra abbiano potuto inficiare la bontà delle rimanenti 8500. Facciamo inoltre rilevare il fatto che, anche in assenza di nubifragi nella nostra bella isola, la prova non sarebbe stata affatto unica: si pensi ai circa 600 ricorrenti della preselettiva, che hanno svolto la loro prova contestualmente agli aspiranti sardi! Una seconda sessione, quindi, si sarebbe dovuta tenere a prescindere dall’ordinanza di chiusura delle scuole, per il giorno 18 ottobre 2018, emanata dal Sindaco di Cagliari. Notiamo sgomenti come, in queste ultime settimane, sia in atto una campagna di informazione montata artatamente, supponiamo al maldestro scopo di influenzare il TAR Lazio. Ora, al di là del fatto che non riteniamo così facilmente impressionabili i Magistrati della nostra Repubblica, questo non ci sembra un buon servizio ai cittadini, in quanto pare che a suonare debba essere una campana sola“.

Vorremmo, invece, che risuonasse chiaramente nell’aria – continuano i presidi – pure la nostra: quella di coloro che hanno superato, con pieno merito, tutte le prove, acquisendo così un legittimo interesse alla regolare conclusione della procedura concorsuale. Con sommo dispiacere, dopo avere superato tre estenuanti prove, ci ritroviamo nella condizione di dovere reperire quanto prima un buon legale. A noi appare assurdo, ma a oggi tant’è. Saremo uniti e battaglieri, allo scopo di difenderci da alcuni nostri colleghi che, pur valutando quotidianamente gli studenti, risultano incapaci di accettare il giudizio negativo altrui e chiedono che la selezione si ripeta da zero. Ci riferiamo, ovviamente, non ai ricorrenti in generale, che esercitano un loro pieno diritto, ma solo a coloro che auspicano di ottenere una seconda possibilità non tanto sulla base di ingiustizie subite, bensì di sterili cavilli. L’allievo di uno di noi, evidentemente molto più arguto di alcuni membri della categoria professionale che lo dovrebbe educare, ha osservato come lui rigiocherebbe volentieri la gara Juventus-Ajax. Ovviamente ciò non potrà in nessun caso accadere, esattamente come non si dovrà tenere alcuna nuova prova scritta. Anche perché, come opportunamente sottolineato dal Ministro Bussetti alcuni giorni fa, la Scuola italiana, lo scriviamo volutamente con la lettera maiuscola, ha urgente necessità di nuovi DS. Questi oggi, finalmente, ci sono e potranno alleviare l’annosa piaga delle diffuse reggenze, tremenda tanto dal punto di vista didattico quanto da quello organizzativo“.

Vogliamo ribadire la nostra fiducia in una procedura concorsuale che ha coinvolto ben 34000 docenti e che non può, nel modo più assoluto, perdere ogni parvenza di credibilità a causa di un ricorso al TAR di un pugno di candidati esclusi. Questa è stata una selezione durissima che noi abbiamo, a costo di immani sacrifici, sostenuto insieme alle nostre famiglie a fronte di una promessa: il ruolo da Dirigente Scolastico al primo settembre 2019. È preciso compito delle istituzioni difendere tanto il proprio operato quanto il nostro lavoro. La Scuola, la fucina del futuro della nostra Repubblica, deve ripartire da qui: basta ricorsifici! Nei ruoli dello Stato si entra per pubblico concorso. 

Un gruppo di nuovi DS della Scuola italiana“.