Conciliare la scuola con la vita, la mia risposta a Smith

Caro professore Smith,
capisco il suo sconcerto espresso nell’articolo di dicembre: per uno straniero il caso italiano è sempre di difficile comprensione. Lei descrive la situazione della scuola italiana come “una barca che procede in ogni direzione contemporaneamente” senza uno sbocco chiaro; io preferisco definirla come “caos creativo”, segno di una notevole ed imprevista capacità di resilienza. Ciò che accade ha però un senso, che cerco di chiarirle rispondendo a quattro quesiti:

A quali sfide sta rispondendo oggi la scuola?
La questione con cui si confronta la scuola oggi è assolutamente inedita, ed insieme drammatica. Si tratta nientemeno che della frattura culturale e generazionale che porta con sé tre sfide: la demotivazione dei giovani;la distanza tra cultura canonica, inerte e decisamente scettica, e realtà odierna, sfilacciata e povera di punti di riferimento; infine la dissipazione dei talenti dei giovani che in buona parte rimangono “sospesi” (neet). La scuola sente queste sfide nel vivo della sua carne, perché pongono in gioco la sua stessa essenza.

Tre sono le possibili risposte: rendere facile e piacevole l’esperienza scolastica annacquando la tradizione culturale, vale a dire la consegna di senso da una generazione all’altra, restaurare la scuola tradizionale pre sessantotto, oppure fare della scuola un’occasione di incontro vivo con la cultura, riscoperta dai ragazzi nella realtà di oggi come risorsa dotata di valore effettivo. Le scuole si stanno muovendo nell’incrocio fra queste tre risposte; anche se diversi si lasciano tentare (o vi si rassegnano) dalla strada “facile”, abbassando di continuo l’asticella dei saperi, magariconservando nel loro intimo il mito del vecchio liceo, i cui tratti negativi sbiadiscono entro una nuvola rosea via via che passa il tempo, sono sempre più numerosi coloro che si convincono del valore generativo della terza prospettiva e vi si impegnano con decisione.

Come conciliare passato e contemporaneità?
Coloro che, riducendo le competenze a mere abilità, sostengono che la scuola deve occuparsi unicamente dell’attualità, non fanno altro che formare i nuovi schiavi, individui incapaci di pensiero critico e di innovazione, super specialisti delle tecnologie della comunicazione che galleggiano su un vuoto di contenuti; un tipo umano che la stessa impresa aborrisce visto che richiede sempre più fortemente le soft skill: consapevolezza di sé, cooperazione e comportamento etico. Occorre formare persone libere (non solo autonome) capaci di aderire ad ideali grandi ed in grado di introdurre la loro novità nella vita comune, scuotendola e risvegliandola con il loro calore. I punti di riferimento di cui questi giovani hanno un estremo bisogno, trattandosi della generazione cresciuta in un tempo di incertezza e smarrimento, sono reperibili nella cultura, quella che aiuta a vivere all’altezza dell’autentica dignità umana, a combattere il vuoto e la concezione dissipativa dell’esistenza. È sbagliata la battaglia “modernista” contro il classico, il greco ed il latino; è possibile conciliare la tradizione con la contemporaneità se si abbandona l’idea della “scuola dell’istruzione” organizzata gerarchicamente così da privilegiare un’élite intellettuale, per diventare scuola di cultura viva che insegna a tutti il meglio del sapere tramite opere dotate di valore, a favore della comunità.

Quale approccio pedagogico perseguire?
Attrarre; far provare il gusto del sapere come avventura, ricerca, scoperta;
abbandonare la concezione meramente riempitiva e ripetitiva dello studente e porre i giovani in un ruolo attivo, da protagonisti, capaci di scoprire il mondo facendo sintesi tra il sapere canonico, il sapere iscritto nella realtà e la novità di cui essi stessi sono portatori. È questa la pedagogia della scuola viva che occorre mettere in campo attraverso una rigenerazione delle istituzioni educative, sostituendo l’ossessione della valutazione con quella della conoscenza compiuta. I giovani non vanno protetti dall’impegno, bensì dal vuoto, sostituendo il docente del sapere inerte con quello che insegna ciò che conosce e soprattutto vive ciò che insegna, divenendo in tal modo credibile agli occhi dei suoi studenti. L’avventura culturale inizia da un incontro, si mette in motoin forza dell’esempio e si rafforza tramite la consapevolezza del valore delle opere realizzate, mentre il metodo si scopre lungo il percorso. 

Quale legame con il territorio?
Il territorio è il vero depositario della linfa vitale dell’Italia. Ma la frattura culturale, l’appannamento del genius loci che lascia il posto al senso di spaesamento tipico della globalizzazione, attraversa indistintamente tutte le aree del paese. Per questo serve un’alleanza tra le forze generative della società intorno ad un progetto di educazione dei giovani nella cultura. La scuola non è depositaria di una delega, ma promotrice e maieuta di un risveglio culturale dei territori che si svolge tramite l’opera generosa dei giovani. Serve unire le forze per disegnare i percorsi di ingresso dei ragazzi nel reale, in modo che diventino protagonisti della comunità, del lavoro e dell’economia, della politica, della vita religiosa e dell’arte.  

Come vede, caro professore, la scuola italiana sta vivendo un travaglio decisivo per il futuro della nostra società.

Circa la prospettiva immediata, mi trovo d’accordo sulle cose da fare urgentemente:un testo unico del sistema educativo che attribuisca una vera autonomia alle scuole ed alle reti (non imposte dall’alto, ma scelte liberamente), assistite e monitoratetramite un servizio di accompagnamento svolto da persone competenti e sagge; un deciso alleggerimento sia della vecchia che della nuova burocrazia; progetti unitari per cicli,oltre che di continuità;infine una valutazione amichevole e premiante.

Abbiamo un nuovo governo, e molti pensano che non farà nulla al di là della legge elettorale; ma potrebbe invece sorprenderci con un deciso cambio di passo nel campo dell’educazione.

Questo articolo è apparso sul numero di gennaio del mensile Tuttoscuola. Vuoi approfondire l’argomento o leggere tutte le nostre notizie nel mensile? Abbonati subito, ecco come fare!

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