Comitato ‘Per la scuola della Repubblica’: primum abrogare

E’ necessario precisare sin da ora che al 1° di settembre del 2006 le leggi Moratti dovranno essere già abrogate; l’abrogazione non crea nessun vuoto normativo, perché si può ripristinare la normativa vigente prima della devastante riforma Moratti“. Altrimenti, secondo il Comitato fiorentino “Per la scuola della Repubblica” (www.comune.bologna.it/iperbole/coscost), punta avanzata del tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti“, gli insegnanti potrebbero essere costretti ad applicare “gli aspetti più devastanti della riforma Moratti” come il “tutor” e il “portfolio“.
Il Comitato sostiene che “il documento programmatico dell’Unione, elaborato in modo verticistico, è per molti aspetti, anche per le politiche formative, vago e deludente“. Colpa soprattutto della Margherita, che si oppone esplicitamente all’abrogazione, ma anche dei DS, accusati di ambiguità. Solo Rifondazione, i Verdi e i Comunisti italiani si sono pronunciati con chiarezza per l’abrogazione, e per questo vengono lodati dal Comitato.
Il Comitato però non si accontenta: l’abrogazione è condizione necessaria ma non sufficiente. Abrogata la Moratti, si dovrebbe infatti rivedere anche il titolo V della Costituzione del 2001, che “ha aperto un varco culturale ed istituzionale molto pericoloso per la sopravvivenza del sistema scolastico statale“, modificare (abrogare?) la legge sulla parità “perché ripropone la scelta incostituzionale di un sistema scolastico nazionale comprensivo di scuole statali e non statali“, e tornare anche sulla pericolosa “concezione aziendalistica dell’autonomia“.
Insomma, fanno capire quelli del Comitato, il documento programmatico dell’Unione non può considerarsi vincolante (chissà che ne pensano i partiti che lo sostengono). Il futuro ministro dell’istruzione, nel caso l’Unione vinca le elezioni, è avvertito.