Canti, balli e palloncini alla festa del tempo pieno

Roma è abituata, suo malgrado, a tutti i tipi di manifestazione nazionale, ma, forse una volta tanto, invece di sbuffare per l’ennesima “occupazione” delle sue piazze, delle sue strade e del suo traffico, ha sorriso per l’happening di sabato pomeriggio con tanti bambini (tra il divertito e il frastornato), centinaia di palloncini colorati e tanta musica nella manifestazione della festa per il tempo pieno.
Accuse al ministro perché vorrebbe fare anche lei “la festa” al tempo pieno, ma in un altro modo.
Moratti dice che il tempo pieno è salvo; i manifestanti con i loro bambini che reggono a fatica cartelloni di protesta, sostengono il contrario. Sfiducia reciproca insomma, e accuse reciproche anche tra opposizione e sindacati da una parte e maggioranza dall’altra.
Esponenti della Casa delle Libertà parlano di speculazione, di strumentalizzazione politica e di flop dell’iniziativa per un obiettivo che non c’è.
I promotori sono soddisfati e parlano di 100 mila partecipanti (20-30 mila per la questura).
Il fronte parlamentare dell’opposizione ha aderito (con l’eccezione dell’Udeur di Mastella e dello Sdi di Boselli che parrebbe essersi defilato), facendo intendere che sui provvedimenti di riforma non intende concedere sconti e vuole adottare una linea intransigente.
Sul fronte sindacale c’è da registrare la posizione della Uil-scuola, che non ha aderito formalmente alla manifestazione in quanto non coinvolta direttamente nella definizione degli obiettivi e della modalità di svolgimento, ma ha assicurato la sua presenza con una rappresentanza di dirigenti e di iscritti.
Per la Uil-scuola, che comunque ha sottoscritto l’impugnativa confederale della circolare sulle iscrizioni, va promosso un confronto su “tutti gli aspetti che hanno ricadute sul lavoro degli insegnanti. In particolare: tutor, attività facoltative e opzionali con la conseguente rideterminazione delle ore di insegnamento; organici; modello di tempo pieno e prolungato. Per tutti questi aspetti – afferma il segretario generale Massimo Di Menna – occorre puntare sull’autonomia delle scuole e sulla professionalità degli insegnanti”.