Buone idee per il 2050. Il Rapporto Indire e le piccole scuole

Un dettagliato servizio di Gianna Fregonara, pubblicato sul Corriere della Sera dello scorso 25 agosto, ha reso note le linee di un ampio Rapporto sulla evoluzione della scuola italiana da oggi al 2050 predisposto da Indire e presentato dall’Istituto in occasione della sua audizione presso la “Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali della transizione demografica”, effettuata il 27 maggio 2025: un documento di straordinaria ampiezza e complessità ben sintetizzato nell’articolo di Fregonara ma che merita di essere letto nella sua versione integrale cliccando qui.

Da notare che molte delle analisi e delle proposte contenute nel Rapporto Indire, intitolato “Anticipare per governare il cambiamento, il sistema di istruzione di fronte alle sfide del cambiamento generazionale”, sono state formulate anche da Tuttoscuola in più occasioni (è il caso, per esempio, della chiusura delle scuole, delle “classi pollaio” e dei tanti altri aspetti disfunzionali messi in luce dalla nostra indagine La scuola colabrodo o, sul versante delle proposte, delle opportunità offerte dal trend demografico per riprogettare il sistema, come si legge in questo nostro rapporto del 2019, o ricorrendo a modelli organizzativi innovativi, come quello delle microscuole come alternativa alla chiusura degli istituti per mancanza di studenti).

Se le analisi presentate nel Rapporto Indire confermano quelle elaborate nel tempo dalla nostra rivista e da altri centri di ricerca come il Censis, la Fondazione Giovanni Agnelli e Treellle, sul terreno delle proposte vengono avanzate ipotesi organizzative innovative e suggestive come quella delle “scuole estese”, un modello educativo basato sulla collaborazione tra istituti scolastici, enti locali e associazioni del Terzo settore che utilizza spazi fisici e virtuali in sinergia per realizzare percorsi di apprendimento formale e non formale innovativi. Una variante di questo modello è quello delle “scuole diffuse”, sperimentato a Reggio Emilia durante la pandemia e ora in sperimentazione in Umbria in sei comuni della zona di Orvieto, dove si fa scuola nei musei, nei centri sociali e nelle parrocchie per evitare la chiusura delle rispettive piccole scuole nella consapevolezza che “quando chiude la scuola muore tutta la comunità”.

Un altro modello ancora è quello delle “scuole di prossimità”, sul quale Indire lavora da anni (vengono forniti alcuni esempi di esperienze in corso), che concepisce le scuole come learning hub a disposizione delle comunità locali interpretando l’educazione come impegno pubblico e bene comune, la cui realizzazione è oggi facilitata dall’impiego di strumenti digitali fruibili anche a distanza.

Tutti modelli finalizzati alla “rigenerazione” della scuola che, secondo Indire “deve e può andare oltre alle sue finalità primarie (istruire, formare, educare), essere chiamata a integrarsi ampliando i propri confini per contribuire a ridefinire anche quelli di altri sistemi pubblici, come quello assistenziale e sociale, rispondendo ai molteplici bisogni emergenti di una popolazione in via di trasformazione”.

Molte delle analisi contenute nel Rapporto Indire, come detto, sono convincenti e da noi condivise. Quanto alle proposte il loro limite non va individuato in una carenza di razionalità progettuale (che anzi caratterizza e percorre in elevata misura tutto il documento), ma nella loro fattibilità politica, come Tuttoscuola ha messo in luce praticamente in tutta la sua storia cinquantennale: l’arretratezza e la rigidità dell’impianto istituzionale e amministrativo della nostra scuola, la miopia di un sistema politico che non ha saputo individuare nella politica scolastica un terreno di dialogo e di convergenze no partisan, il carattere in prevalenza conservatore del sindacalismo scolastico italiano, che ha sempre bloccato ogni ipotesi di carriera e di diversificazione delle figure professionali dei docenti. Tutti fattori che hanno impedito un reale rinnovamento della nostra scuola, con l’eccezione di alcune, poche, ma speciali e preziose, isole d’eccellenza.

Un’interessante rassegna di queste ultime sarà in mostra all’atteso appuntamento del Festival dell’innovazione scolastica(FIS) di Valdobbiadene (5-7 settembre 2025). Ci sarà anche Tuttoscuola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA