
Bravo ministro, ma il contratto è scaduto…
I commenti sindacali alla lettera del ministro Fioroni sono stati immediati, e abbastanza univoci: se il ministro vuole davvero impegnarsi a favore degli insegnanti, proceda al rinnovo del loro contratto di lavoro, visto che gli stipendi sono fermi al 2005 e che spesso i docenti “sono costretti per l’esercizio della professione ad acquistare, con i soldi del loro stipendio, inchiostro per stampanti, fotocopie, riviste e altri strumenti necessari“, ha detto Massimo Di Menna, segretario della UIL scuola. Dello stesso tenore il commento della CISL scuola, il cui segretario Francesco Scrima ha sollecitato “prima di tutto il rinnovo del contratto, già scaduto da più di un anno, con la messa a disposizione di ulteriori risorse rispetto a quelle indicate in finanziaria, al fine di valorizzare il lavoro di tutto il personale della scuola“. Più severo, e poco incline ad apprezzare le buone intenzioni del ministro, è apparso il commento della Flc-Cgil (www.flcgil.it). Nella nota la “filosofia ispiratrice” dell’azione di Fioroni viene definita come un “minimalismo forte, che gli fa dire ‘non siamo all’anno zero e non è necessario stravolgere tutto ancora una volta’“. Il sindacato di Enrico Panini critica la mancata “rimozione radicale” del decreto sul primo ciclo e delle relative Indicazioni nazionali, rivendicando il merito di averne disapplicato per via contrattuale gli “istituti più odiosi come il tutor“, ma lamentando la sopravvivenza “di tutti i suoi orpelli che riguardano orari spezzatino, portfolio e personalizzazione“. La Flc-Cgil contesta infine – e ci sembrano questi i rilievi più pesanti rivolti all’azione del ministro – “la ricerca di un rapporto diretto, dal profilo democratico discutibile, con le scuole” e il “progetto culturale che dalla lettera emerge, a partire dall’idea di ‘persona’ al centro dell’impegno“, che “non può che essere oggetto di un dibattito plurale e ampio.”
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