Bonanni (Cisl): non c’è più nulla da tagliare

Con la perdita di 131mila unità di personale in tre anni, la scuola italiana è in ginocchio: non c’è più niente da tagliare, non si può più nemmeno raschiare il fondo del barile della scuola italiana perché è scomparso il barile”.

A queste parole pronunciate dal segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima, nel corso degli Stati generali del pubblico impiego della Cisl svoltisi a Roma, si è ricollegato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, nel suo intervento di conclusione dell’iniziativa.

I sindacalisti della Cisl sottolineano come la scuola abbia già pagato un prezzo molto alto per il risanamento dei conti pubblici: i tagli ammontano complessivamente a 8 miliardi e 400 milioni di euro. Occorre quindi che il governo “volti pagina sull’istruzione: servono più risorse, per garantire l’autonomia didattica e il buon funzionamento delle istituzioni scolastiche, per investire sulle professionalità e mantenere gli impegni assunti sul fronte delle progressioni di carriera, per una politica di rilancio del sistema dell’istruzione e della formazione che deve essere il perno di una radicale azione di rilancio del Paese”.

Su questo punto Scrima è stato esplicito: “Se c’è da pagare sono altri che questa volta dovranno farlo. Noi diciamo alla politica e a tutti i nostri interlocutori che la scuola non è una spesa, è un investimento, bisogna cambiare il paradigma. Oggi alla scuola si chiede molto ma in cambio si dà poco: la scuola deve essere rimessa al centro dell’agenda politica”.