Bocciato per la condotta. Non si può

In questi giorni di scrutini ha fatto colpo su molti insegnanti della scuola secondaria di I grado la sentenza del Tar Lombardia che ha annullato la bocciatura di un alunno, motivata dalla sua condotta (molto negativa).

Il ragazzo, a quanto sembra, oltre ad avere insufficienze in alcune materie, aveva una valutazione in condotta molto negativa. Soprattutto per questo suo comportamento il consiglio di classe della scuola secondaria di I grado a cui era iscritto aveva disposto la non ammissione alla classe successiva.

Il Tar in un primo tempo aveva invitato la scuola a rivedere la decisione, ma il consiglio di classe aveva confermato la bocciatura, documentando ulteriori elementi fortemente negativi nel comportamento dell’alunno.

Il Tar ha confermato il proprio giudizio che si può sinteticamente riassumere così: il comportamento, anche se negativo, non può determinare di per sé la bocciatura di un alunno.

Sembra poco logico, stante la documentata relazione del consiglio di classe, ma è la conseguenza della non compiutezza della norma di legge (decreto legislativo n. 59/2004) che, nell’introdurre tra gli oggetti della valutazione finale anche il comportamento dell’alunno, non ha definito quale incidenza e quale peso esso avrebbe potuto avere nello scrutinio finale.