Berlinguer e Bassanini: voci di dissenso al dissenso

Mentre il dissenso dell’opposizione politica e sindacale al pacchetto di riforme del ministro Gelmini si fa più radicale e diffuso; mentre il presidente della Repubblica invita a formulare proposte anziché limitarsi soltanto a dire no; mentre, insomma, la contestazione verso il ministro Gelmini coalizza unitariamente varie espressioni sociali del Paese, c’è chi dall’interno dell’opposizione assume posizioni più meditate ed equilibrate.

Lo ha fatto, ad esempio, l’ex-ministro Berlinguer – che ha introdotto l’autonomia scolastica – in una intervista rilasciata a La Stampa nei giorni scorsi, quando ha riconosciuto che negli ultimi anni, chiunque abbia cercato di introdurre delle novità nel mondo dell’istruzione si è trovato di fronte la contestazione, perché “qui da noi l’ideologia ha sempre prevalso sui contenuti educativi“. La scuola – ha detto l’ex-ministro – è campo privilegiato di controversie ideologiche che diventavano delle linee del Piave invalicabili.

Un’altra voce fuori dal coro è stata quella dell’ex-ministro Bassanini, padre di importanti riforme dell’Amministrazione pubblica negli anni ’90. A proposito dell’accorpamento delle istituzioni scolastiche previste nel piano di razionalizzazione, Franco Bassanini, intervistato dal Corriere della Sera, dopo aver osservato che, in caso di accorpamento, chi si sposta sono i presidi, non gli studenti, ha ricordato che la regola (oggi non sempre osservata dalle Regioni) fu decisa dall’allora ministro Berlinguer e dallo stesso Bassanini condivisa. Un’opposizione seria – ha detto – non può fare la guerra a misure che essa stessa ha voluto quando era al governo.