Aprea e Gelmini sul costo standard: Fedeli ok, il modello è quello della Lombardia

«Va riconosciuto alla ministra Valeria Fedeli il merito di aver rotto un tabù, prendendo in concreta considerazione, con la nomina di un Gruppo di lavoro ad hoc, il modello del costo standard di sostenibilità come criterio di finanziamento dell’intero sistema pubblico di istruzione, e raccogliendo così la proposta elaborata da suor Anna Monia Alfieri, con l’Università Cattolica, maturata anche tenendo conto di quanto si è fatto in Regione Lombardia per venire incontro all’esigenza di offrire alle famiglie una maggiore libertà di scelta». Così Valentina Aprea, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, commenta la decisione della ministra della PI di rompere gli indugi sulla questione non tanto del sostegno economico alle scuole paritarie quanto di un nuovo e diverso metodo di finanziamento del sistema educativo e pubblico nel suo complesso.

Una valutazione sulla quale concorda l’ex ministra Mariastella Gelmini, a cui giudizio «è giunto il momento di rivedere il servizio pubblico operando una distinzione non più tra scuole statali e non statali ma tra scuole di qualità e scuole che non possiedono una qualità minima accettabile. Suor Anna Monia ha indicato una pista partendo dall’esperienza del sistema sanitario di Regione Lombardia: muovendo da lì parteciperemo al tavolo costituito dalla ministra Fedeli per estendere il modello del costo standard anche al sistema di istruzione».

Quanto ai tempi di un’operazione che resta complessa sia dal punto di vista tecnico che da quello politico, malgrado l’importante punto di svolta e accelerazione impresso alla materia da Valeria Fedeli con la costituzione del Gruppo di lavoro sul costo standard, Valentina Aprea fa previsioni ottimistiche.

Intanto il Gruppo, di cui fa parte l’ex ministro Luigi Berlinguer, «può lavorare già nei prossimi mesi, prima delle elezioni politiche, su una ipotesi di lavoro largamente condivisa partendo da una proposta strutturata e da un’esperienza consolidata come quella di Regione Lombardia». Quanto all’attuazione concreta, prosegue Aprea, «si deve guardare alla prossima legislatura, ma in un’ottica di ricerca e ampia condivisione di un modello che valorizza la libertà di scelta delle famiglie tra scuole tutte ugualmente affidabili sul piano della qualità».