Anticipi, primine e uditori (“clandestini” a bordo)

Il dibattito sul disegno di legge di riforma e, in particolare, la sperimentazione avviata da alcune settimane in 250 istituzioni scolastiche del settore materno ed elementare, hanno richiamato l’attenzione su un fatto di costume e pedagogico insieme, le primine e gli uditori.
Le primine, gruppi di alunni preparati nelle scuole materne private in vista dell’ingresso anticipato nell’elementare sono riconosciute dalle disposizioni, e diffuse soprattutto nel centro sud del Paese. Che poi non piacciano a tutti è un altro conto: ad esempio il prof. Bertagna – consigliere principe del ministro Moratti in tema di ordinamenti – essendo contro ogni precocismo, è tra quelli che non le vedono di buon occhio. Ma certamente oggi la primina è legittima e utilizzata alla luce del sole.
Quello che invece non si conosceva, almeno ufficialmente, e che proprio la sperimentazione ha fatto venire a galla in questi giorni, sono gli “uditori”. Di che si tratta? Alunni di cinque anni ammessi, contro ogni norma, nelle prime classi, senza iscrizione a registro, che frequentano regolarmente (ma sostanzialmente in incognito), e sostengono a fine anno l’esame di idoneità alla seconda classe (come i coetanei provenienti dalle prime esterne).
Sono “clandestini”, accolti volentieri a bordo (sono i futuri clienti delle scuole autonome che possono garantire incremento di classi e stabilità di organico); meglio se accompagnati da assicurazione per coprire la responsabilità civile degli insegnanti. A Roma il fenomeno è diffuso, da anni, più di quanto ci si potesse aspettare, soprattutto in certi quartieri “bene”. Si stima che attualmente gli uditori (anche più giovani di quelli ammessi per la sperimentazione) accolti nelle 160 prime classi della capitale siano alcune centinaia. Solo a Roma.