Anticipi, comune di Torino e deregulation

L’assessore al sistema educativo della città sabauda Paola Pozzi spiega che il comune di Torino rispetta le regole per gli anticipi. E indica dove va cercata la deregulation di cui aveva parlato Tuttoscuola

Gli anticipi di iscrizione al prossimo anno scolastico continuano a far discutere. Un tema che è stato oggetto sin da prima dell’approvazione della legge 53/2003 di polemiche, spesso esagerate rispetto alla portata dell’innovazione. E il ritardo con il quale sono arrivati il decreto attuativo e la circolare sulle iscrizioni rispetto all’avvio del prossimo anno scolastico non ha favorito una linea di condotta comune tra i soggetti chiamati a darvi applicazione.

Qualche giorno fa tuttoscuola.com rilevava come i grandi Comuni – Roma, Milano, Torino – per le iscrizioni alle proprie scuole comunali, mettano in atto un anticipo secondo le vecchie regole (nati entro il 31 gennaio), contrariamente a quanto voluto e ottenuto dalla loro Associazione (ANCI) nel decreto legislativo di riforma, che per le scuole statali condiziona ad alcune regole restrittive le ammissioni anticipate dei bambini nati a tutto il 28 febbraio (riportiamo sotto la nostra notizia del 19 febbraio).

L’Assessore al sistema educativo e delle pari opportunità del Comune di Torino, Paola Pozzi, ci ha inviato un’interessante precisazione sul nostro servizio, che volentieri pubblichiamo.

 

(da tuttoscuola.com, 19 febbraio 2004):

Anticipi: deregulation nei più grandi comuni italiani

Oltre a quello di Roma, anche i grandi comuni di Milano e di Torino ammettono alle proprie scuole comunali per l’infanzia i bambini che compiono tre anni entro il 31 gennaio.
A Milano e a Torino vi sono anche convenzioni con le scuole statali, perché adottino la stessa linea di comportamento (anticipi limitati al 31 gennaio, come, peraltro, è sempre avvenuto prima della riforma Moratti).
A dire il vero il decreto legislativo 23 gennaio 2004 prevede che, a certe condizioni e con il benestare dei Comuni, gli anticipi possano essere consentiti anche nei riguardi dei nati a tutto il 28 febbraio. Un nulla-osta che l’Anci ha preteso, giustamente, nei confronti delle istituzioni scolastiche, tanto che la circolare sulle iscrizioni ha previsto un termine posticipato al 15 febbraio per gli anticipi di iscrizione alle scuole statali dell’infanzia, un accordo preventivo tra amministrazione scolastica e Comuni interessati e comunque l’ok comunale all’accoglimento nel caso in cui questo comporti servizi aggiuntivi.
La decisione dei grandi comuni di limitare gli anticipi al 31 gennaio sta diventando la scelta di molte istituzioni scolastiche di quei territori comunali.
In questo modo viene confermato l’esistente, e svuotato l’istituto morattiano dell’anticipo.
A Torino, su questa linea di autonomia istituzionale, il Comune ha previsto di accogliere nelle proprie scuole, entro il limite dei posti disponibili, anche i bambini nati entro febbraio ed entro marzo. Marzo? Sì, marzo, nonostante le sue scuole siano paritarie e, quindi vincolate a rispettare l’ordinamento statale, a cominciare, ad esempio, dal decreto legislativo del 23 gennaio 2004 che comprende norme generali che tutte le paritarie, come le statali, sono obbligate ad attuare e che, per il prossimo anno scolastico limita l’accesso anticipato alle scuole dell’infanzia ai nati entro il 28 febbraio. Una sfida politica o istituzionale?