Alla ricerca della Tarsu perduta

Nei mesi scorsi sembrava cosa fatta l’esenzione dalla tassa sui rifiuti solidi urbani (Tarsu) a favore delle istituzioni scolastiche statali, ma diverse vicende parlamentari non hanno consentito l’approvazione in legge del provvedimento.

Tutto perduto? Forse no, a patto che si voglia prendere l’ultimo treno utile, cioè la conversione del decreto legge “milleproroghe” (d.l. 248/2007) con inclusione di un emendamento ad hoc.

Lo ha chiesto l’Anp con una lettera inviata ai ministri competenti in cui ha ricordato che l’onere grava da anni pesantemente sui bilanci delle scuole, compromettendone la possibilità di ordinata programmazione delle attività istituzionali in favore degli studenti.

Secondo l’originaria previsione contenuta nel Bersani-ter, l’onere della Tarsu dovrebbe gravare sul bilancio del Ministero dell’istruzione che provvederebbe al pagamento diretto ai Comuni.

Oltre alla tassa per i rifiuti, l’Associazione nazionale presidi, per voce del suo presidente, Giorgio Rembado, ha chiesto anche un altro emendamento da introdurre nel decreto “milleproroghe” relativamente alla introduzione di criteri di intersettorialità (passaggio tra i settori del I ciclo e del II ciclo) ed interregionalità (passaggio su graduatorie di altre regioni) nello scorrimento delle graduatorie dei concorsi a dirigenti scolastici (già conclusi o in corso di svolgimento); criteri che permetterebbero l’integrale utilizzo delle graduatorie in questione per la copertura dei posti che si renderanno disponibili per il pensionamento degli attuali dirigenti nei prossimi anni scolastici.