Abbattimento dei costi della politica. Sarà la volta buona?

Il ministro Tremonti avrebbe impugnato la scure per abbattere i costi della politica.

La bozza del testo della manovra, in sette articoli, non lascia molto spazio alle interpretazioni per la drastica riduzione dei costi per auto blu, aerei blu, benefits e vitalizi, riduzione delle dotazioni e finanziamenti ai partiti.

Giovedì prossimo in Consiglio dei ministri si misurerà la reale volontà del governo di assecondare questi obiettivi del ministro che, oltre ad un considerevole peso finanziario, hanno anche un valore non indifferente di moralizzazione della politica.

Il secondo scoglio sarà rappresentato però dal Parlamento chiamato ad approvare la manovra. Se davvero, come è stato dichiarato da diversi esponenti dell’esecutivo, il testo non sarà blindato e, quindi, verrà presentato come legge ordinaria, si potrà misurare la reale portata di consenso della “casta” ad una manovra che, se realizzata pienamente, potrebbe contribuire a recuperare anche un maggior tasso di credibilità della politica.

In tempi di dura crisi che, come più volte è stato rilevato, colpisce anche servizi primari come quelli del mondo dell’istruzione (compresi i dipendenti che vi lavorano), non si può che condividere uno degli articoli del testo ufficioso della manovra che così recita “Escluso il Presidente della Repubblica, dopo la scadenza dell’incarico nessun titolare di incarichi pubblici, anche elettivi, può continuare a fruire di benefici come pensioni, vitalizi, auto di servizio, locali per ufficio, telefoni, etc. attribuiti in ragione dell’incarico.

Un esempio di questo particolare costo della politica viene dal Veneto, dove il Corriere della sera ha ricordato che “oggi la Regione conta all’incirca 140 ex consiglieri e le loro pensioni, si legge nel bilancio di previsione del 2011, pesano sulle casse pubbliche per 9 milioni e 600 mila euro, a cui deve aggiungersi un altro milione e 200 mila euro in assegni di reversibilità, ossia quelli incassati dagli eredi dei consiglieri defunti”. Il vitalizio, secondo l’anzianità dell’incarico, varia dai 2,5 mila ai 6,5 mila al mese. Ma in Italia non c’è soltanto il Veneto. E potrebbe esserci di peggio…