A Savona per risparmiare si studia la settimana corta… E l’Anief critica
La scarsità di fondi per le scuole “sta raggiungendo livelli record. Al punto che le province, da cui dipende la gestione degli istituti superiori, stanno cominciando a mettere le mani avanti in vista del prossimo anno scolastico. Come a Savona, dove, per risparmiare sulle bollette elettriche e del gasolio da riscaldamento, i responsabili della giunta provinciale hanno scritto ai dirigenti scolastici del loro territorio chiedendo esplicitamente di predisporre le condizioni per introdurre la settimana corta”. La denuncia arriva dall’Anief.
“A parte il fatto che questo genere di decisioni, l’allargamento o la riduzione del piano di lezioni settimanali, sono di competenza degli organi collegiali, è evidente – afferma Marcello Pacifico, presidente Anief – che le mutazioni scolastiche degli ultimi tempi stanno sempre più spesso condannando gli studenti a usufruire di una formazione a mezzo servizio. Oggi si chiede di ridurre la settimana scolastica da 6 a 5 giorni, il passo successivo, già peraltro tentato dal ministro Profumo, sarà quello di anticipare la maturità a 18 anni, cancellando addirittura di un anno il tempo scuola”.
L’Anief parla di “chiaro progetto di smantellamento del settore” citando, a questo proposito, il taglio di un terzo del Fondo d’istituto, il tentativo del Governo di ricondurre a 24 ore l’insegnamento settimanale, le classi-pollaio,la chiusura di quasi 2mila istituti. E ricorda i dati Eurostat secondo cui per quanto riguarda la spesa pubblica per cultura, l’Italia si colloca in fondo alla classifica europea, con appena l’1,1% di investimenti rispetto al Pil, a fronte di una media Ue pari al doppio. Scarso anche l’investimento a favore dell’istruzione, per la quale in Italia si spende solo l’8,5% del Pil: se confrontato con la media Ue del 10,9%, non ci collochiamo all’ultimo posto solo per la presenza della Grecia.
“E noi che facciamo? Anziché cambiare rotta, continuiamo su questa strada”, sostiene il presidente dell’Anief. Che poi aggiunge: “la richiesta formulata dalla Provincia di Savona, di accorpare le ore di lezione indistintamente in tutte le scuole non può trovarci d’accordo. Perché non si può chiedere a un ragazzo che studia in un istituto tecnico o in un liceo di rimanere sui banchi per 7-8 ore, magari affrontando nella stessa giornata materie complesse come matematica, latino e greco. È una soluzione didatticamente inaccettabile”.
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