
Cyberbullismo e uso precoce del digitale: ANPE lancia il Patto Nazionale per proteggere bambini e adolescenti

Un bambino su tre tra i 3 e i 10 anni usa quotidianamente uno smartphone. Quasi un milione e mezzo di studenti tra i 15 e i 19 anni ha subito episodi di cyberbullismo nell’ultimo anno. È il quadro che emerge da due ricerche autorevoli: quella di Save the Children e lo studio ESPAD Italia 2024, condotto dal Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa.
Il fenomeno del cyberbullismo tra gli adolescenti è in costante crescita: il 47% dei ragazzi intervistati dichiara di averne subito almeno un episodio. Parallelamente, il 32% ammette di aver agito da cyberbullo, con una maggiore incidenza tra i maschi (35%) rispetto alle femmine (29%). Preoccupa anche il dato di coloro che ricoprono un doppio ruolo — vittime e autori — pari al 23%, con evidenti ricadute sul benessere psicologico e sociale.
Le modalità di attacco online variano per genere: i ragazzi tendono a usare minacce dirette e insulti pubblici, mentre le ragazze ricorrono più frequentemente all’esclusione dai gruppi o alla diffusione di contenuti personali senza consenso.
Di fronte a questi dati, l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani (ANPE) lancia un appello urgente per l’adozione, entro il prossimo anno scolastico, di una Carta nazionale per l’infanzia digitale. Tra le proposte:
– posticipare l’uso autonomo dello smartphone fino ai 14 anni e vietare l’accesso ai social network sotto i 16 anni;
– introdurre un insegnamento obbligatorio di educazione digitale e affettiva in tutte le scuole;
– rafforzare i sistemi di verifica dell’età online e la responsabilità delle piattaforme;
– sostenere le famiglie con percorsi di formazione continua.
Sul tema sono attualmente in discussione in Parlamento diversi disegni di legge che propongono di innalzare l’età minima per il consenso digitale e di tutelare i minori online, regolamentando anche il fenomeno dei “baby influencer” e prevedendo il diritto all’oblio digitale a partire dai 14 anni.
La Vice-Presidente ANPE, Paola Daniela Virgilio, sottolinea: “Non possiamo più delegare allo schermo la voce dei nostri figli. Dietro ogni notifica può nascondersi un insulto che ferisce per sempre.”
La Presidente ANPE, Maria Angela Grassi, aggiunge: “Serve un patto sociale che coinvolga Parlamento, piattaforme e comunità educante. Senza una legge specifica, il rischio è veder crescere ancora la dispersione scolastica e la povertà educativa.”
L’ANPE invita media, famiglie e scuole a sostenere questa battaglia culturale, affinché la crescita digitale dei minori sia accompagnata dalla stessa cura che dedichiamo alla loro salute fisica e mentale.
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