Alternanza scuola lavoro: il governo del cambiamento la cambia

Se per il tempo pieno non si registrano cambiamenti, un po’ in continuità con il passato, per l’alternanza scuola-lavoro il governo del cambiamento ha invece scelto di cambiare subito, e non di poco, malgrado l’anno scolastico sia iniziato da due mesi. Le novità sono contenute nel testo della legge di bilancio 2019, dove si legge che a decorrere dall’anno scolastico 2018/2019 “i percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77 sono ridenominati percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”mentre la loro durata complessiva viene drasticamente ridimensionata passando da 400 ore per gli istituti tecnici e professionali rispettivamente a 150 e 180 ore, e da 200 a 90 per i licei. Il ministro dell’istruzione Bussetti ha comunque specificato che “se un istituto vuole farne di più è libero di farlo”.

Il taglio delle ore, insieme alla modifica della denominazione, cambia sensibilmente il significato di un’esperienza formativa che ha avuto una vita tormentata fin dal suo ingresso nella scuola italiana, previsto dalla legge n. 53 del 2003 (Moratti). Ma quale sarà esattamente il cambiamento non è dato al momento sapere anche perché le nuove linee guida saranno emanate entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio 2019.

L’impressione, sulla base della nuova denominazione e delle critiche contenute nel ‘contratto’ M5S-Lega (troppe ore con “studenti impegnati in attività che nulla hanno a che fare con l’apprendimento” e con il tipo di studi intrapresi) è che non si parlerà più di ‘alternanza’ nel significato alto di interazione tra teoria e pratica e di rapporto di reciproco riconoscimento tra mondo della scuola e mondo delle attività produttive, ma di una quasi ancillare funzione di orientamento svolta nel numero ridotto di ore assegnate a questi “percorsi”, che serviranno forse agli studenti soprattutto a capire che cosa si intende per “competenze trasversali” in ambito lavorativo.

Certo, le esperienze di ASL finora realizzate, di qualità molto disomogenea, si prestavano a riserve di vario genere, e l’idea di implementare la normativa in materia era di per sé condivisibile. Forse cambiare si doveva, ma cambiamento è un termine ambivalente: si può cambiare in meglio, ma anche in peggio… Vedremo. Occorrerà leggere le nuove linee guida per saperne di più e farsi un’opinione più approfondita.