Maestro unico facoltativo?

A proposito del maestro unico, la legge 169/2008 recita: “le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali”. Quel “costituiscono” è verbo all’indicativo che in campo legislativo ha il significato della certezza con la conseguenza, nel caso del docente unico, che esso costituisce un vincolo normativo con conseguente generalizzazione di quel modello orario.

Potrebbe significare però che “possono costituire”, anche se il testo di legge non si presta del tutto a questa interpretazione, fatta salva una volontà o una necessità politica di farlo.

Considerate le riserve e le perplessità emerse da diverse parti nelle settimane scorse potrebbe esserci, dunque, una interpretazione “politica” che consideri l’opportunità di superare la tesi più radicale finalizzata a conseguire economie aggiuntive per la manovra finanziaria.

Deve averlo pensato anche il presidente della Commissione Cultura della Camera, on. Valentina Aprea, che, da politica navigata, ha pensato bene di proporre questa via di uscita della facoltatività del docente unico nella scuola primaria, rimettendo all’esclusiva scelta delle famiglie la decisione di avvalersene o meno.

Giovedì prossimo la Commissione esprimerà parere sul piano programmatico relativo agli interventi per l’istruzione connessi con gli obiettivi della manovra finanziaria.

Il parere, ovviamente favorevole da parte della maggioranza, sembra che venga accompagnato da alcune condizioni, tra cui quella che, riferendosi alla scuola primaria, dovrebbe prevedere che “sia previsto che l’attivazione di classi affidate a unico docente, funzionanti per un orario di 24 ore settimanali, sia effettuata sulla base di specifiche richieste delle famiglie e siano garantiti gli insegnamenti specialistici di religione e di inglese“.