Le reazioni dei sindacati della scuola

La sera del 30 novembre Governo e sindacati sono arrivati a un accordo sul rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. Viene inclusa la scuola e l’aumento sullo stipendio sarà di 85 euro medi. A 5 miliardi nel triennio 2016/18 ammonta l’impegno finanziario per rinnovare i contratti della Pubblica Amministrazione. Il ministro Marianna Madia si dice soddisfatta avendo “ridato spazio alla contrattazione“, come pure Cisl, Cgil e Uil che hanno partecipato alla trattativa.

Le reazioni dei sindacati, Cisl Scuola: abbiamo raggiunto un obiettivo importante – “L’accordo politico di oggi (30 novembre) è un passaggio importante, indispensabile per aprire concretamente le trattative di comparto – afferma Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola – Per noi della scuola non c’è bisogno di spiegare perché questo è un obiettivo importante. L’intesa di oggi, che assume l’impegno a riequilibrare il rapporto tra legge e contratto, in tutti i comparti, a vantaggio della contrattazione e delle relazioni sindacali, va nella direzione su cui da mesi si spende buona parte delle nostre iniziative, a partire dai tavoli aperti al MIUR“. Aggiunge ancora: “I valori economici sono in linea con i rinnovi di altri settori del lavoro privato e sarà il contratto di comparto la sede in cui definire in modo più puntuale la destinazione delle risorse, sulle quali il governo si impegna a ulteriori stanziamenti con le leggi di bilancio“.

Le reazioni dei sindacati, Flc Cgil: l’accordo è un primo importante risultato – Attraverso un comunicato il sindacato dichiara: “Dopo anni di blocco della contrattazione, di promesse mancate, di sacrifici dei lavoratori, si intravvede una concreta possibilità di rinnovare i contratti. Ogni punto dell’intesa prevede uno strumento di attuazione degli impegni assunti: legge di bilancio, atto di indirizzo sulla contrattazione, riscrittura del testo unico che ci consentirà di verificare passo dopo passo se siamo sulla strade per un rinnovo positivo dei contratti. Il testo condiviso con il Governo è un primo importante risultato che premia le mobilitazioni dei lavoratori pubblici di questi anni e, se concretizzato, lascia alle spalle una stagione di legislazione punitiva del lavoro pubblico aprendo la strada alla valorizzazione e contrattualizzazione dei dipendenti pubblici“.

Le reazioni dei sindacati, Uil scuola: ricucire lo strappo con la scuola – “L’ accordo di oggi può rappresentare un modo per ricucire lo strappo con il mondo della scuola – sottolinea Pino Turi, segretario generale di Uil scuola – La scuola si trova ad affrontare misure legislative che si configurano come vere e proprie invasioni di campo sul terreno della contrattazione. Con l’intesa di oggi  possiamo, ora, avere lo strumento per correggere misure sbagliate e etero dirette che minano l’autonomia scolastica e incidono negativamente sul lavoro e sui diritti dei lavoratori. Ci sono le condizioni per fare un vero contratto“.

Cobas: si dà solo una mano a Renzi per il referendum – Dura invece è la reazione di Piero Bernocchi, Portavoce Nazionale COBAS espressa attraverso un comunicato: “Il governo Renzi, da una parte, e Cgil, Cisl e Uil dall’altra, hanno annunciato il varo dell’iter dei contratti del P.I. e della scuola, bloccati da ben 7 anni. Il documento prodotto al proposito è un elenco generale di intenti, accompagnato però da un’unica cifra economica, cioè l’aumento medio di 85 euro mensili (ovviamente lordi) per ogni lavoratore/trice. La cifra è già di per sè grottesca, equivalendo a circa 50 euro netti, di fronte ad una perdita salariale , maturata in questi 7 anni, di circa il 20% del salario del 2009. Ma in aggiunta va sottolineato che solo poco più della metà di tale cifra verrebbe assegnata direttamente e in paga base”. Leggiamo ancora che: “All’interno di un’accozzaglia di retorici luoghi comuni sul merito, viaggia nel documento una esplicita minaccia: quella dell’introduzione di nuove norme per affrontare con “misure incisive e mirate, situazioni di disaffezione e demotivazione e contrastare fenomeni di assenteismo con norme contrattuali che incentivino più elevati tassi di presenza. risulta davvero clamorosa la rapidissima accelerazione di questo accordo a soli tre giorni dal voto sulla riforma costituzionale. Cosicchè l’iniziativa non può che apparire un aperto regalo “referendario” a Renzi che, mentre può sembrare coerente per Cisl e Uil, in netta maggioranza a favore del SI’, potrebbe sconcertare per la Cgil”.