Le mappe della disuguaglianza educativa

Le polemiche scatenatesi la scorsa settimana sulla presunta distribuzione su base censitaria degli alunni iscritti ai diversi plessi dell’IC di via Trionfale, rivelatesi in buona parte infondate, hanno messo in luce quanto sia spesso approssimativo se non ingannevole il modo con il quale i media – e non solo quelli social – trattano le notizie che riguardano il mondo della scuola: assoluta prevalenza della cronaca sulla analisi approfondita, ricerca ossessiva di ciò che ‘non va’, stereotipi sociologizzanti sul carattere inevitabilmente selettivo della funzione docente e così via.

Eppure non mancherebbero oggi le fonti informative e gli strumenti analitici idonei a consentire un approccio meno superficiale ai problemi della scuola, in particolare a quello delle disuguaglianze che in essa si manifestano a vari livelli: sociale, territoriale, per tipologia di indirizzo, per inserimento nel contesto economico e istituzionale.

Su questo tema esiste una letteratura scientifica importante, che può avvalersi oggi di una serie di indicatori resi disponibili dallo stesso MPI, dall’ISTAT, dall’INVALSI, dalla Banca d’Italia, e da elaborazioni quali quelle realizzate da Tuttoscuola in numerosi dossier e rapporti, da Legambiente, dalla Fondazione Agnelli, da Save the Children, che la scorsa settimana ha pubblicato una articolata nota sulle diverse forme di segregazione, da quella sociale e abitativa (con i classici divari Nord-Sud, centro-periferia, città-campagna) alla più recente segregazione scolastica, il fenomeno per cui “in quartieri caratterizzati da forte presenza di immigrati, l’80% dei bambini italiani si sposta verso il centro o verso scuole private e abbandona il proprio bacino scolastico d’utenza”.

Un interessante e originale contributo alla conoscenza delle disuguaglianze connesse ai livelli di istruzione che si registrano in particolare nelle grandi città è fornito da una recente pubblicazione realizzata da tre ricercatori romani che hanno messo a confronto e rappresentato in 26 mappe la geografia sociale di quattro realtà metropolitane: Roma (in modo più approfondito, con una mappa aggiuntiva), Milano, Napoli e Torino (K. Lelo, S. Monni, F. Tomassi, Le mappe della disuguaglianza, con postfazione di Walter Tocci, Donzelli editore, Roma, settembre 2019). L’analisi più approfondita è riservata alle 155 zone urbanistiche di Roma ma, come osserva Tocci nella postfazione, “La prima mappa già dice tutto: i livelli di istruzione quasi 10 volte più bassi a Tor Sapienza rispetto ai Parioli sono una misura emblematica dell’ingiustizia sociale. E spiegano tutte le ingiustizie illustrate dalle mappe successive: reddito, occupazione e salute”.

Forse sarebbe bene che nelle scuole di giornalismo qualcuna di queste fonti e testi facesse parte della preparazione di base obbligatoria per chi sceglie la comunicazione come professione.  (ON)