La resistenza sindacale per dare potere alle RSU

Si sono insediate in questi giorni le prime RSU uscite dalle elezioni di inizio marzo. Seguiranno via via gli altri insediamenti per le oltre 10 mila RSU elette, fino ad avere regolarmente in piena efficienza l’intero sistema delle rappresentanze sindacali di istituto, anche se un migliaio di loro, per effetto della soppressione di altrettante istituzioni scolastiche, avrà vita breve.

Quando a settembre le 9.000 RSU sopravvissute cominceranno a funzionare, dovranno affrontare la questione del decreto legislativo 150/2009 (voluto dal ministro Brunetta) che prevede una drastica riduzione del loro potere contrattuale sull’organizzazione del lavoro scolastico, passato alle competenze del dirigente scolastico.

Il passaggio di competenze dalla contrattazione di istituto alla diretta responsabilità dei dirigenti scolastici non è stato pacifico e, anzi, è tuttora oggetto di interpretazione, dopo una lunga serie di contenziosi sfociati in sentenze contraddittorie.

Sono i sindacati della scuola a tentare una resistenza contro l’applicazione del decreto legislativo 150/09, convinti che, a causa del congelamento del Contratto nazionale del comparto, valgano ancora temporaneamente le precedenti regole di contrattazione integrativa di istituto.

Si tratta di una resistenza che nasconde la speranza di ottenere una modifica legislativa, soprattutto adesso che il governo Berlusconi che aveva voluto quella disposizione non c’è più.

Presso la Funzione Pubblica è stato aperto un tavolo di confronto in cui si sta verificando, con un eventuale accordo tra Governo e Sindacati, la possibilità di modifiche per valorizzare la contrattazione integrativa. I sindacati della scuola vorrebbero un tavolo negoziale parallelo per cercare di riportare la contrattazione integrativa d’istituto allo stato precedente. L’amministrazione, a quanto sembra, si è riservata di convocare una nuova riunione sindacale, dopo un approfondimento, in chiave politica, con il ministro Profumo.

Se però, prima di una modifica legislativa, dovesse arrivare il rinnovo contrattuale, i sindacati non potrebbero non applicare la sgradita norme del decreto legislativo 150/09.