Materie maturità 2017: Fisica, terrore del liceo scientifico

Non c’è niente da fare: il tempo passa, il periodo dell’uscita delle materie oggetto della seconda prova dell’esame di Stato torna e con lui il terrore di studenti e insegnanti che, al liceo scientifico, esca Fisica e non Matematica. Non si sentono preparati ad affrontarla i primi, tanto meno i secondi. Certo, fino a oggi non è mai successo che i ragazzi del liceo scientifico si siano trovati ad affrontare una seconda prova di Fisica alla maturità, ma quest’anno molto fa pensare a una scelta del Miur in questo senso. Un incubo che per tanti diventerebbe realtà. E allora il liceo scientifico “XXV Aprile” di Pontedera (Pisa) mette le mani avanti.

Cosa avrebbe fatto di tanto particolare la scuola in questione? Come riporta anche il Corriere.it, avrebbe lanciato una petizione su Change.org con lo scopo di chiedere al ministero dell’Istruzione di far scegliere le materie oggetto della seconda prova dell’esame di maturità a chi davvero sappia cosa si fa nelle classi italiane. A detta del liceo “XXV aprile” di Pontedera, infatti, le simulazioni di Fisica elaborate dal Miur sarebbero state infattibili: “Il livello delle richieste appare decisamente sproporzionato in relazione a quanto è ragionevolmente possibile svolgere in aula – recita la petizione dove ci si rivolge a studenti con attitudini diverse e alle prese con pesanti carichi di studio, relativi alle numerose discipline che costituiscono prova d’esame”. Insomma, se questo tipo di scelta dovesse riproporsi anche per l’esame di Stato, sarebbe un autentico disastro annunciato. In particolare la scuola della provincia di Pisa si riferisce alle ultime simulazioni di Fisica pubblicate dal Miur. Sottolineiamo che fino ad ora, il Ministero avrebbe diffuso già ben due simulazioni di Fisica per i maturandi del liceo scientifico, ma di quella di Matematica non si vede ancora nemmeno l’ombra

Ma cosa chiedeva agli studenti del quinto anno del liceo scientifico la simulazione della seconda prova di Fisica pubblicata proprio in questi giorni? Il primo problema tende, come da qualche anno a questa parte, a cercare un’applicazione pratica. Parla infatti di un magnete che viene dapprima fatto cadere in un tubo di un materiale isolante come il plexiglas e poi in uno di rame delle stesse dimensioni. Forniti tutti i dati del caso,  chiede quindi ai candidati di capire quello che succede e rispondere ai quesiti. Il secondo problema ha invece a che fare con la presenza di idrogeno in una stella e chiede, tra le altre cose, l’applicazione del modello atomico di Bohr per descrivere l’origine delle righe dello spettro dell’idrogeno. Il testo integrale di quest’ultima simulazione di Fisica pubblicata lo scorso 12 gennaio è disponibile sul portale del ministero http://questionariolsosa.miur.carloanti.it/.

“Appare evidente che prove di esame di tale tenore si legge nella petizione – porrebbero in grave difficoltà sia gli studenti, anche i più motivati, sia i docenti, chiamati ad un lavoro preparatorio semplicemente impossibile, con conseguente e ingiusta penalizzazione dell’intera carriera scolastica di un ragazzo“.

Ma quale sarebbe davvero il problema? Perché l’arrivo di Fisica alla maturità scientifica del 2017 sarebbe un così grande disastro? Secondo la scuola autrice della petizione il problema starebbe alla radice: sembrerebbe che non si disponga di un adeguato numero di ore di Fisica utile a preparare adeguatamente i ragazzi a una prova che non è mai stata affrontata, lo dicono anche su Change.org: “Il livello delle richieste appare decisamente sproporzionato in relazione a quanto è ragionevolmente possibile svolgere in aula“.

Ecco che allora la petizione, che su Change.org ha già raccolto oltre 11 mila firme, propone: 

“a) che siano anzitutto resi pubblici i nominativi degli estensori ministeriali delle prove, affinché chi fa scuola, concretamente e con passione ogni giorno, possa avere un interlocutore con cui confrontarsi;

b) che il Ministero, astenendosi da atti dirigistici, unilaterali, ‘calati dall’alto’ e in sostanza poco rispettosi del lavoro di studenti e docenti, eviti di affidare l’elaborazione di astratte prove d’esame (lontanissime da quanto proposto dagli stessi libri di testo in uso nei licei) a chi non ha conoscenza delle reali condizioni di lavoro nelle scuole italiane e presti invece ascolto a chi – in quelle scuole – entra ogni giorno con un entusiasmo che non merita di essere frustrato“.