Dibattito sulla scuola futura/2. 10 cose da non fare

La versione online della storica rivista ‘La Ricerca’ della casa editrice Loescher ha pubblicato nei giorni scorsi un elenco di dieci proposte volte a rivoluzionare la tradizione didattica della scuola italiana intitolato “Trasvalutazione semiseria dei 10 comandamenti della scuola italiana. La tabella, scherzosa ma non troppo, dei 10 anti-comandamenti “per la scuola che verrà” che dovrebbero capovolgere antiche abitudini e pregiudizi della scuola, si deve a due docenti di filosofia, Dario Siess e Matteo Nascè, il primo presidente e il secondo membro dell’associazione “Filosofi per Caso”.

Ecco, in sintesi, i comandamenti e i rispettivi anti-comandamenti:

1 Il docente è la vera fonte del sapere. Imparare significa ascoltare ciò che Lui dice e ripeterlo.
1 bis: il docente è un “allenatore che resta per principio fuori dal gioco” al cui centro deve essere messo lo studente, in una “dimensione più laboratoriale e partecipativa del processo di apprendimento”.

2. Non nominare il nome di Hegel e Manzoni invano
2 bis:
occorre andare oltre la “sacralità degli auctores”(…) “per mettersi in comunicazione con altre culture e con le forme espressive del presente”.

3. Ricordati di santificare il Programma
3 bis:
la scuola italiana deve “superare in fretta la visione cumulativa del sapere e il correlato impianto trasmissivo dell’insegnamento su cui si fonda; per orientarsi verso una progettazione didattica centrata sui processi di apprendimento degli studenti”.

4. Onora il tuo Libro di testo
4 bis:
la funzione didattica del libro va “ripensata in una scuola più aperta alla dimensione problematica e culturale dei saperi e in un ambiente di apprendimento più dinamico, flessibile e partecipativo”.

5. Non desiderare troppo alcune materie (rigidità del format generalista)
5 bis:
due strade in alternativa

  • Superare l’impianto generalista della scuola italiana riducendo drasticamente il numero di discipline scolastiche e rendendo possibile (sul modello anglosassone) l’opzionalità per alcune materie.
  • Non portare più avanti in parallelo tutte le discipline da settembre a giugno, sostituendo il formattradizionale con una full immersion per blocchi di materie, mantenendo fisse le discipline d’indirizzo, e ruotando le altre nel corso dell’anno scolastico.

6. Non commettere atti (di condotta) impuri
6 bis:
abolizione del voto di condotta da sostituire con un “giudizio sintetico sul profilo culturale e le competenze sociali dimostrate dallo studente nelle diverse fasi del suo percorso scolastico”.

7. Ricordati di fare i compiti a casa
7 bis:
lo schema didattico tradizionale, basato sulla sequenza lezione in presenza-ripetizione a casa-verifica in presenza va capovolto (flipped): “la lezione-trasmissiva può essere comodamente spostata in asincrono grazie alle piattaforme digitali (ampiamente sperimentate durante il lockdown) e i momenti in presenza possono essere utilizzati per esercizi e approfondimenti in plenaria, oltre che per le verifiche, laddove sia opportuno il loro svolgimento in sincrono”.

8. Non collegare le diverse materie scolastiche
8bis:
fare esattamente il contrario (interdisciplinarità)

9. Non perdere tempo nei laboratori
9 bis:
anche qui fare esattamente il contrario. “Problem solving come strada privilegiata per un’acquisizione critica e significativa delle conoscenze. La dimensione dell’azione e il confronto con i compiti di realtà non è un’appendice marginale della didattica, ma il cuore pulsante del processo di apprendimento”.

10. Non uscire senza permesso dalla tua classe
10 bis
: superare l’assetto topologico dell’aula scolastica che è “figlia della tradizione gesuitica e poi napoleonica dell’ordinamento italiano, una struttura finalizzata in prima istanza al controllo e alla disciplina dei corpi prima dell’insegnamento vero e proprio” sostituendolo con una didattica laboratoriale che valorizza l’interazione e cooperazione tra studenti.

Quella dei “filosofi per caso” della Loescher più che un divertissement o una astratta provocazione ci sembra per molti aspetti un concreto e costruttivo contributo al dibattito. Chapeau.