Controllo biometrico, presidi scrivono a Mattarella: ‘Un controllo insensato e irragionevole’

Il ddl “concretezza” voluto dal ministro della Funzione pubblica, Giulia Buongiorno viaggia ormai verso la sua approvazione definitiva. La VII e l’XI commissione del Senato hanno espresso parere favorevole, respingendo tutti gli emendamenti, compresi quelli che proponevano di escludere dal provvedimento i dirigenti scolastici e il personale ATA. Sono esclusi dal ddl, invece, gli insegnanti. Per l’ANP si tratta di un'”emergenza, una questione di primaria importanza per la tutela delle amministrazioni e delle scuole pubbliche, nonché per la dignità dei rispettivi lavoratori”. Coì i presidi hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“L’introduzione generalizzata di controlli biometrici per la verifica della presenza – leggiamo nel testo della lettera -, sul posto di lavoro, di tutti i dipendenti pubblici contrattualizzati, con l’esclusione dei soli insegnanti, è una misura che presenta una massiva violazione della privacy in quanto coinvolge oltre due milioni e mezzo di persone ed è molto sproporzionata rispetto al dichiarato e pienamente condivisibile scopo: evitare condotte disoneste come quelle dei cosiddetti “furbetti del cartellino”. Condotte che, però, riguardano una irrisoria percentuale di lavoratori e che andrebbero combattute conferendo ai dirigenti adeguati poteri gestionali”.

“Una “schedatura” biometrica di massa senza precedenti come quella prefigurata non migliorerà certo la produttività delle amministrazioni pubbliche – dicono i presidi –  ma al contrario, favorirà demotivazione e inefficienza. Per i dirigenti, scolastici e non, la misura è, inoltre, del tutto insensata: si tratta di personale senza orario di lavoro e la cui valutazione dipende solo dai risultati ottenuti. La conoscenza del tempo trascorso in ufficio, quindi, non ha nulla a che fare con la trasparenza”.

“Nello specifico caso dei dirigenti scolastici, poi, la cosa è ancora più assurda: per la prima volta, da quando esiste l’organizzazione del lavoro, si sovverte il principio di gerarchia, sottoponendo il capostruttura ad un controllo da cui è esclusa la maggior parte del personale in servizio presso la stessa. Aggiungo che, stante l’equiparazione del dirigente scolastico al datore di lavoro a fini antinfortunistici, dovrebbe semmai avere lui contezza delle effettive presenze, contrariamente a quanto previsto”.

“Tutto questo per non parlare dei costi: trattandosi di un provvedimento “senza oneri aggiuntivi per lo Stato”, la spesa necessaria per acquistare e installare i dispositivi di controllo biometrico nelle scuole, stimabile in circa cento milioni di euro, assottiglierà corrispondentemente le loro risorse ordinarie”.

“I dirigenti scolastici – continua la lettera – sono i primi garanti di una quantità di diritti di rango primario: dal diritto allo studio, al diritto al lavoro, alla libertà di pensiero e di insegnamento, al diritto alla salute, solo per citarne alcuni. Si tratta di persone che, tra mille difficoltà, si impegnano ogni giorno per migliorare la qualità formativa delle scuole di ogni ordine e grado, creando così le premesse sostanziali di un’Italia più giusta e democratica, proiettata verso un futuro di sviluppo sostenibile ed un concreto benessere che si ispiri ai valori della solidarietà e del bene comune. A questi fedeli servitori dello Stato che, con un carico di responsabilità e di competenze che quasi non ha eguali nello scenario della pubblica amministrazione, si vuole ora imporre un controllo insensato e irragionevole, con un accanimento che non ha precedenti e con grave lesione della loro autorevolezza”.

“I dirigenti che spesso appelliamo ancora “Presidi” si dividono ogni giorno tra una quantità di plessi, dislocati sovente a molti chilometri di distanza, per risolvere i problemi di studenti e famiglie, per incontrare i rappresentanti degli enti locali, per ottimizzare risorse inadeguate rispetto ai bisogni di un’utenza che chiede sempre più qualità e tutela, per prevenire le insidie di contesti degradati che continuamente richiedono la loro coraggiosa dedizione”.