Ddl Concretezza, obbligo di rilevazione impronte digitali per i DS: ‘Norma vessatoria’

Quando nel corso del dibattito sul ddl Concretezza si parlava di controllo biometrico anche sui dirigenti scolastici, sia la Cisl Scuola sia l’Anp ne avevano chiesto la cancellazione, sostenendo che “Riguardo ai dirigenti, siamo a un vero e proprio assurdo, ed è stupefacente che un governo autorizzi la stipula di un contratto in cui si riconoscono autonomia e flessibilità nella gestione del proprio orario di servizio, e poi ipotizzi addirittura il ricorso a sistemi di ‘verifica biometrica’ e di videosorveglianza per contrastare presunti rischi di ‘assenteismo’”.

Ora che il testo si prepara all’approvazione definitiva con l’ok del Senato, la conferma del controllo di accesso nei confronti dei dirigenti scolastici, se pur non sottoposti alla verifica biometrica delle impronte digitali, è oggetto di nuova protesta.

Il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, ha indirizzato, in proposito, una lettera agli on. Di Maio e Salvini, in cui, tra l’altro, scrive: “Con la presente, intendo sottoporre alla Vostra attenzione due aspetti del decreto in questione che appaiono indice di grave sfiducia, se non di aperta ostilità, nei confronti della dirigenza pubblica”.

E aggiunge: “Molte scuole sono articolate in più sedi, distanti anche chilometri tra loro. Dovrebbero essere installati rilevatori d’accesso in ogni sede? E a quali costi?

L’ostilità verso i dirigenti – continua Giannelli – “deriva dal fatto che la prestazione di lavoro dirigenziale è espressamente finalizzata al raggiungimento di predeterminati obiettivi e ha quindi natura di obbligazione di risultato”.

Sul controllo dell’orario le considerazioni del presidente dell’ANP non sono da meno: “La quantità di tempo trascorso in ufficio non ha alcun rilievo, tant’è vero che nessun contratto collettivo dirigenziale – sottolineo né pubblico, né privato – prevede un orario di lavoro e quindi i dirigenti non hanno alcun vincolo orario. A cosa potranno mai servire quei controlli? Se non raggiunge i risultati previsti, il dirigente pubblico incorre nella responsabilità dirigenziale prevista dall’articolo 21 del d.lgs. 165/2001 e rischia il licenziamento. L’obbligo di sottostare a controlli inutili è una misura unicamente vessatoria”.

Infine, l’invito finale a due vice: “Quali miglioramenti Vi attendete se quella disposizione sarà convertita in legge? In cosa migliorerà la Pubblica Amministrazione? Sarà forse più vicina alle esigenze dei cittadini, con dei dirigenti sviliti da forme di controllo superflue e irrilevanti? Vi chiedo pertanto di compiere un vero gesto politico: fate emendare il testo in discussione al Senato, eliminando quella misura inutilmente vessatoria nei confronti dei dirigenti pubblici, fedeli servitori dello Stato”.

Anche l’on. Toccafondi, già sottosegretario alla P.I., stigmatizza il passaggio del decreto sul controllo dei dirigenti scolastici, affermando che “Chi ha scritto il testo non è mai entrato in una scuola. Il mio emendamento bocciato senza senso”.