Cade un tabù: obbligo di formazione dei docenti

L’art. 16 del decreto legge sull’istruzione (n. 104 del 12.9.2013) prevede lo stanziamento per il 2014 di almeno 10 milioni per attività di formazione degli insegnanti. “Al fine di migliorare il rendimento della didattica, particolarmente nelle zone in cui i risultati dei test di valutazione sono meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo, e potenziare le capacità organizzative del personale scolastico, per l’anno 2014 è autorizzata la spesa di euro 10 milioni, oltre alle risorse previste nell’ambito di finanziamenti di programmi europei e internazionali, per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico”.

La norma indica anche le priorità d’intervento con riferimento particolare alle aree a rischio, ai territori con livelli di apprendimento sotto la media nazionale, ai processi di digitalizzazione di innovazione tecnologica e ai percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Negli anni ’70, con la riforma dei decreti delegati, la formazione in servizio (aggiornamento) costituiva un diritto-dovere per gli insegnanti.

Diversi anni dopo, il Contratto nazionale di lavoro ha previsto invece che l’aggiornamento – scomparsa l’obbligatorietà – è soltanto un diritto dei docenti. L’art. 64 del CCNL afferma che “La partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento costituisce un diritto per il personale in quanto funzionale alla piena realizzazione e allo sviluppo delle proprie professionalità”.

Questo ritorno dell’obbligo di aggiornamento, com’era prevedibile, non è piaciuto ai sindacati di settore. Il segretario dell’Uil-scuola, Massimo Di Menna, ha posto immediatamente l’altolà.

Una formazione decisa per decreto – ha dichiarato Di Menna – significa modificare, per legge, il contratto di lavoro che già prevede uno spazio orario che può essere dedicato all’aggiornamento. … In ogni caso, ricordiamo al Governo che decidere in materia di lavoro per decreto, e non per contratto, non porta lontano”.

La proposta di rendere l’aggiornamento obbligatorio per il personale della scuola è contenuta anche nel dossier “Sei idee per rilanciare la scuola” di Tuttoscuola (punto n. 3). C’è da dire che il tema diritto o dovere si pone nella misura in cui vengano stanziate adeguate risorse. Oggi sono tanti i docenti che devono provvedere a proprie spese, e questo è assurdo. Altri invece usano il fatto che sia “solo” un  diritto alla formazione come scudo/alibi per disimpegnarsi.

Insomma, risorse per un aggiornamento di livello (e nel dossier suggeriamo possibili strade per trovarle a invarianza di spesa per le casse pubbliche) e obbligo di avvalersene (che è anche un piacere, in quanto arricchimento professionale) ci sembrano le vie da percorrere.