Valore legale del titolo di studio, parte la consultazione. Tra le polemiche

La volontà del governo di intervenire sul valore legale del titolo di studio accademico “non trasformerà la laurea in carta straccia“. Lo ha assicurato il ministro dell’Università, Francesco Profumo, avviando in diretta tv la consultazione pubblica voluta dall’esecutivo sul valore legale del titolo

Il governo, ha spiegato il ministro, vuole “solo correggere alcune anomalie” rispetto al valore del titolo per l’accesso al pubblico impiego e alle professioni.

Contro la consultazione si sono schierate oggi numerose sigle, del mondo sindacale e degli studenti. Tra queste l’Anief, per la quale questa iniziativa ha “solo un preciso obiettivo: svilire il merito, su cui si fonda anche il criterio di assunzione nella Pubblica Amministrazione”.

Critica anche Rete della Conoscenza, il network promosso da Unione degli Studenti e Link-Coordinamento universitario, che parla senza mezzi termini di consultazione-truffa: “Alcuni quesiti risultano molto difficili, altri invece sembrano indirizzare le risposte verso un’unica direzione che mira appunto a cancellare il valore legale. Siamo convinti che una vera consultazione degli studenti dovrebbe tener conto delle rivendicazioni che il movimento studentesco ha portato con forza nelle piazze lo scorso autunno e dell’opinione di tutte le componenti dell’università”.

Anche per Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu, le domande “sono faziose e disegnano una realtà distorta“. “La consultazione, aperta da poche ore, presenta addirittura domande che richiedono perché sarebbe utile una abolizione, anche solo parziale, del valore legale dei titoli di studio per come oggi è intesa – dice il coordinatore nazionale dell’Udu – Fin dalle prime domande si capisce il chiaro indirizzo, per finire con gli ultimi 3 quesiti dove non è possibile esprimere la propria contrarietà all’abolizione“.